Un po' di ferie fuori stagione (programmate strategicamente


L'itinerario iniziale doveva essere di tre giorni ma il brutto tempo di domenica mi ha fatto posticipare a lunedì alcuni lavori che necessitavano di ottime condizioni atmosferiche e ridurre di un giorno il viaggio: il percorso tagliato me lo riservo per il prossimo "giretto".
Martedì 10 Settembre
Parto di buon'ora o quasi (8.00) e mi infilo in autostrada, necessaria e doverosa concessione alla noia per raggiungere più velocemente l'inizio del viaggio vero e proprio.
Raggiungo e oltrepasso Torino alla volta di Pinerolo, esco a None direzione Saluzzo, attraverso il Po che è ancora poco più di un ruscello

Sosta per un caffé e la necessaria vestizione, siamo a 1000 m s.l.m. e l'aria è frizzante, mi attende una salita oltre i 2000 m... mi sa che troverò freddo

Primo obiettivo della giornata il colle di Sampeyre che collega la val Varaita con la Val Maira, salita piacevole su strada stretta ma ben tenuta e in cima panorama a 360°, peccato solo che le nuvole offuscassero un po' la vista sulle cime delle montagne.

Discesa sempre su strada sretta ma dall'ottimo fondo con la parte iniziale a mezza costa in quota, molto piacevole! Ad un certo punto mi si presenta un bivio: Elva o Stroppo? Ricordo che il percorso studiato prevedeva la direzione Stroppo e quindi scendo, peccato che arrivato in valle mi trovi la strada chiusa per lavori: chiusura che, scoprirò da lì a mezzora, avrei evitato passando da Elva (ma mettere un cartello, no?

Insieme a me un po' di automobilisti della zona e una coppia di motociclisti su un KTM targato TO... gli unici motociclisti del viaggio che non mi abbiano rivolto la parola, al di là di un ciao

Riparto dopo la sosta forzata e mi si accende la spia della riserva... proseguo lungo la valle Maira, oltre Pontemarmora alla ricerca di una stazione di servizio che trovo poco dopo il bivio, ovviamente in un posto differente da quello indicato dal mio navigatore satellitare

Faccio rifornimento all'economico prezzo di 1,902 €/l e mi dirigo verso il secondo obiettivo: il colle Fauniera o colle dei Morti. L'errata interpretazione di un cartello di chiusura strada per lavori (scritto a caratteri microscopici!) mi fa cercare un percorso alternativo: invece di salire verso il colle d'Esischie, salgo verso il colle del Preit, seguendo l'indicazione che diceva Valle Grana/Stura.
La salita ha due chiavi di lettura: l'aver trovato un posto stupendo con panorami che ricordano le dolomiti e l'aver incontrato due motociclisti tedeschi su Africa Twin bardate da sterrato gentilissimi sono le note positive, il lato negativo invece riguarda il fatto che la strada dal colle del Preit verso la valle Stura è sterrata e impercorribile con la mia moto come mi fanno notare i due motociclisti tedeschi, i quali mi consigliano di percorrere invece il colle dei Morti, che loro hanno fatto in mattinata ed è molto bello!


Ridiscendo sui miei passi, o meglio sulle tracce delle mie gomme e mi dirigo verso il colle d'Esischie, "anticima" del colle Fauniera (o dei Morti), su strada molto rovinata, costellata da lavori (che effettivamente c'erano, mancavano i lavoratori e perciò la strada era aperta) e stretta. Raggiungo il colle, giusto il tempo di una foto e di nuovo in sella per due curve verso il colle Fauniera.

Colle Fauniera dominato dalla scultura dedicata a Marco Pantani che qui fece un impresa al giro d'Italia del 1999

Discesa verso la valle Stura letteralmente invasa dalle marmotte: da quella che mi attraversa la strada a quella che, beatamente distesa al sole su un sasso, non avverte il mio arrivo fino all'ultimo e rimane praticamente ferma, al cucciolo che scappa dal bordo della strada: bellissimo!
Arrivo a Vinadio e il mio stomaco si fa sentire


Finalmente in Francia, destinazione principale del "giretto", discesa verso Jausiers e Barcelonnette percorsa a buon ritmo (incrociando la Gendarmerie che mi fa segno di rallentare


Il lago, raggiunto quasi al calar del sole, si presenta splendido; ne percorro il periplo in senso orario risalendo nei pressi della diga, in terra, la più grande d'Europa costruita con questa tecnica. Al belvedere un balcone panoramico e una serie di pannelli esplicativi sulla diga, sulla sua tecnica costruttiva (il riporto di una quantità di materiale pari a 6 volte la piramide di Cheope), sullo sfruttamento dell'acqua del Verdon e della Durance mi fanno rendere conto, una volta di più purtroppo, di quanto in Italia non siamo capaci di sfruttare a fini turistici quanto di bello abbiamo! O quanto, guardando l'altro lato della medaglia, all'estero lo sappiano fare meglio di noi!
Il giro del lago mi riserva un colle non preventivato (...non visto sulla cartina) il col Lebraut e l'attraversamento del lago sul ponte piuttosto soggetto a forti raffiche di vento.
La moto è rivolta verso la destinazione finale di questa giornata, non prima di un'ultima sosta per fotografare le "demoiselles coiffées", particolari formazioni geologiche frutto dell'erosione... molto simili alle piramidi di terra di Euseigne che avevo visto in Svizzera il mese scorso!

Di ritorno verso Barcelonnette vedo per la seconda volta un cartello che comunica la chiusura del col de la Cayolle, punto di passaggio dell'itinerario previsto per l'indomani, decido di preoccuparmene in seguito: male che vada passerò dal parallelo col d'Allos.
Arrivato all'hotel la prima cosa che noto è l'adesivo del moto club Lucca sull'insegna: oh pantere... siete state proprio ovunque!

Il proprietario dell'hotel, gentilissimo e motociclista anche lui mi accompagna al garage, mi chiede da che parte d'Italia arrivo e quando rispondo Lago Maggiore mi dice che in autunno sarà in moto sul lago di Como!
Per la cena ho l'imbarazzo della scelta: i ristoranti della cittadina si concentrano nella piazza di fronte all'hotel (con solo un paio di digressioni), scelgo "le sept ports" e non me ne pento!

Giretto digestivo notturno a Barcelonnette, che segue quello fatto come aperitivo, nel quale apprendo che la cittadina fondata nel 1200 ha cambiato diciassette volte sovranità tra i conti di Provenza e i duchi di Savoia a causa della sua posizione strategica; che fu oggetto di forte emigrazione verso la colonia francese del Messico e che i suoi emigranti, una volta fatta fortuna oltreoceano ritornarono portando ricchezza nella valle dell'Ubaye.
(continua...)