Si era deciso di passare le vacanze all’insegna delle due ruote e magari, vivendo al mare, di destinare il viaggio verso la montagna. E’ così che il 2 luglio nitron ed io partiamo per il Trentino con destinazione e base a Canazei in Val di Fassa per una dieci giorni “solo moto”.
Si parte al mattino e, a parte la consueta ma doverosa autostrada fino a Brescia, abbiamo poi finalmente costeggiato il Lago di Garda salendo da Salò e passando da Riva del Garda e Rovereto. Dopo Trento abbiamo iniziato a gustarci i panorami e le strade passando da Egna, Cavalese, Predazzo, Moena (inizia a piovere!!) e infine Canazei. In tutto ci sono volute otto ore circa.
Senza perdere tempo il giorno successivo e per tutti i restanti giorni del soggiorno alle nove del mattino i motori erano già caldi … ma solo quelli!
Il tempo in Trentino è a sé stante. Non ci sono regole. Luglio è considerato il mese più caldo ma qualche cliente dell’albergo che ci ospitava ci ha raccontato che l’anno prima in quel periodo aveva nevicato … tutto sommato nel nostro caso possiamo tranquillamente dire di essere stati baciati dalla fortuna dal momento che abbiamo preso acqua solo un paio di volte (insomma mai ….!). In fatto di temperature invece la fantasia non basta. Otto gradi sul Passo Sella ed erano mesi che non avevo così freddo. A quota 1.400 il mattino segnava 11 gradi, mentre il pomeriggio poteva “serenamente” arrivare a 27 gradi. Coprirsi e scoprirsi era la seconda attività dopo la guida. (No comment).
Le strade hanno tutte quell’asfalto così drenante che inchioda la moto a terra ma è davvero sconsigliato fidarsi. In montagna non si guida come altrove. Se si parte con il sole magari a metà percorso ha appena piovuto. Dietro ogni curva è sempre la solita incognita ma lì in particolare dove sovente le stradine che s’immettono o alcune piccole frane lasciano a terra quel brecciolino molto più frequentemente di quanto ci si possa aspettare. Le escursioni termiche notturne infine non danno scampo alla mattina. Le gomme ci mettono molto di più a riscaldarsi che non, chiaramente, quando fa sempre caldo.
Mi aspettavo qualche curva in più e avrei preferito qualche tornante in meno. Anche la tipologia di moto qui aiuta a vivere più serenamente quando si devono affrontare una trentina di tornanti l’uno dietro l’altro. Nitron scendeva e saliva come un folle sul suo “Tenerone” io invece gestivo i cv e il peso della mia moto (quando poi ho capito l’inganno, purtroppo all’ultimo giorno, il Passo dello Stelvio, il Passo Gavia, da me coniato in “Cavia” e il valico del Braulio me li sono goduti dall’alto delle vette che solo 90 cm di sella del Tenerone permettono. Diversamente, quando si restava a valle, si aprivano ai nostri occhi traiettorie senza fine e impareggiabili piaceri di guida (vedi il Passo del Tonale). L’afflusso di turisti si è fatto notevolmente sentire dopo il week-end del 6-5 luglio. Tanto traffico nei centri abitati, tanti tedeschi sulle loro moto incolonnati ai semafori (stupefacente) e tanti, tantissimi paladini del fiato in bici su e giù per i passi a godersi i paesaggi mozzafiato. Il Trentino è bellissimo. Chi vive in Trentino ama il bello e lo manifesta nel prendersi cura e nel rispettare tutto ciò che li circonda.
Un’ultima cosa ma non meno importante perchè talmente emozionante da meritarsi un discorso a parte. Io mi ero già documentata con la promessa che prima o poi ci sarei andata chissà, forse, quando e comunque, essendo vicini, non potevamo certo mancare ad un appuntamento con la storia, nemmeno troppo in là nel tempo, che racconta il dramma di chi durante una notte ha perso tutto, la vita inclusa, in 5 minuti. La Diga del Vajont. Personalmente non riesco a descrivere quello che mi è rimasto impresso nella mente perché la natura, quando si manifesta, toglie anche il fiato e non ci permette di proferir parola. Per comprendere l’entità di quello che è avvenuto siamo dovuti salire a Casso e il campo visivo non bastava per vedere nella sua interezza la frana scesa dal Monte Toc. Io invito chiunque a toccare con mano quanto l’uomo si crede immenso nelle sue manifestazioni di potere e quanto proporzionalmente è piccolo, quando la natura laddove è violata, restituisce.
Ed ecco alcune foto e alcuni dei Passi da noi "battuti":
