Eccoci qua, idea partita con pochi partecipanti e tanta buona volontà, arrivati in pochi ma divertiti come sempre (qualcuno con i soliti polsi dolenti)!
Date le tante avventure dei precedenti sabati, il buon Ale ha optato per il classico ma intramontabile giro dei passi bellunesi, e quindi Passo Croce d’Aune, Cereda, Forcella Aurine, Selva di Cadore, Passo Giau (pausa pranzo), Tre Croci, Lago di Misurina, Cimabanche, Falzarego, Colle Santa Lucia, Staulanza, Longarone, Fadalto e rientro per Valdobbiadene o varie ed eventuali!
Ritrovi soliti: Everest per i pochi trevigiani, Cornuda e Pedavena.
Tutto è iniziato con la bellezza di 6/8 caffè pagati di troppo… sapete quando due si mettono fuori dal bar e sorseggiano un caffè, e chiunque arriva entra e paga il proprio più i 2 seduti fuori? Ecco.. per i prossimi sabati abbiamo le colazioni pagate!

Iniziamo con l’elencare i partecipanti:
Ale: con le gomme a fine vita tecnica le curve a destra escono ancora più stentate, ma non si fermerà a cambiarle finchè la stagione motociclistica non sarà finita, quindi Strommona tieni duro in curva e stringi le mescole!

Alex: zio di Nicola, alla sua prima uscita con noi, ma già a suo completo agio col resto dei membri.. il sound incontenibile della sua Suzukona a bassi regimi faceva tremare le gallerie montane scarsamente illuminate e pensare che gli altri avessero le moto spente…

Alberto: con gomme nuove e casco nuovo (giallo fosforescente, “alta visibilità”) risulta completamente un altro Biker! Rinnovato nel corredo e nello spirito motociclistico!

Anacleto&Edda: anche per lui gomme nuove già da un giro, ma la presenza della dolce metà lo ha frenato un po’, non tanto per timore di pugni nel costato, quanto per ovvi limiti cavallereschi in salita!
Carmelo: il cameraman del gruppo, con la sua reflex al Giau ha tartassato di scatti gli astanti, dato che il suo pasto è stato portato per ultimo! Intanto si stava psicologicamente riprendendo perché in un tornante aveva deciso di fare carezze e coccole ad una parete rocciosa…
Ciro: anche lui alla prima uscita col gruppo, dotato di ottimo GS Adventure bialbero, dice di essere cresciuto su un cancello…ehm, su una Harley, ma le pieghe non lo dimostrano!
Dario: carico a molla per quest’uscita, ma incredibilmente demotivato ed infastidito dal cambio tuta, senza protezioni sulle ginocchia e con poche feritoie per l’aria.. ha comunque piegato a sufficienza, seppur con qualche imprecisione quando era in testa sul Falzarego..
Giovanni: giro sfortunato, come del resto il precedente col gruppo, quando riportava una lieve caduta indolore… Giovà esci più spesso con noi o non uscire proprio!!!

Luca: la sua poderosa Hayabusa bianca ha purtroppo riportato striature verdognole sul lato destro, ma il lato sinistro è meraviglioso come sempre! (quando leggerà questa frase sentirete suonare campane a morto nel trevigiano…)

Luca 2: anche lui alla prima uscita con noi, alla guida di una nuda sportiva di casa Aprilia, è dovuto rientrare dopo il pranzetto al Giau ma confido sarà dei nostri nelle prossime edizioni!

Matteo&Tania: purtroppo il CB1000R risulta un po’ scomodo per due, ma nelle pieghe e nel timido silenzio devo dire che la zavorrina ama biker e moto alla follia per assecondarlo così nelle curve!
Miodrag: con la sua RSV 1000 nero opaco non sta mai dritto sulla strada, mai sopra i 45° di inclinazione dall’asfalto, anche su rettilineo procede a zig-zag!
Nicola: adesso abbiamo capito da chi ha imparato, tutto suo zio! Gas a martello sempre e rilascio scoppiettante, il suo è l’ER-6N con i consumi più alti della storia!

Non appena il gruppo si completa (ben 13 Centauri!) e si inizia a salire, proprio il primo tornante è stato pure l’ultimo per il TDM di Giovanni… tonfo secco, stordente, netto, che squarcia il silenzio del mattino bellunese… catena spezzata, inutili i tentativi di ripristino e di ricerca di un meccanico in loco… il giro per Giò finisce lì, in stazione, dove prende il treno per il rientro lasciando la sua cucciola parcheggiata in solitaria a Pedavena..
Intanto il gruppo avanza a manetta sulle salite di Croce d’Aune, Ale e Ciro rimangono con lo sfortunato Giovanni, noi riprendiamo la discesa ed il cammino verso il Cereda.
Nel bel mezzo del traffico e dei passaggi pedonali di Fiera, io e Alberto ci attardiamo di qualche metro ed iniziamo una nuova avventura, fatta di paesini, adesione ad altri gruppi di riders, soste per sgranchire i glutei, finché ci imbattiamo in una gentile e bestemmiante coppia di guzzisti che, dopo averci raggiunto sobbalzando e spento la moto con un singhiozzo in un parcheggio di Cencenighe, ci chiedono se sapessimo cambiare il filo della frizione..

Se non che, iniziando a togliere la sella, notiamo un filo nuovo di zecca, ancora incellofanato, e chiediamo se avesse avuto precedenti.. il tipo, ancor più infervorato, azzittisce la moglie con un tonante “Non dire nulla, non dire nulla!” e ci risponde che appena sarebbe arrivato a casa la avrebbe cosparsa di benzina ed avrebbe appiccato il fuoco… Spero passi ad un GS! Ahahahah

Così, divertìti, scioccati, riposati, ma di nuovo tutti insieme (nel frattempo Ale e Ciro ci hanno raggiunto spingendo al massimo i propri roboanti motori), ripartiamo alla volta del Giau, dato che oltre allo scoppiettio dei motori caldi, anche i nostri stomaci iniziavamo a farsi sentire!
Si inizia, si sale, il cartello di start, il nostro semaforo verde da cui scatenare l’inferno è la classica insegna “29 tornanti”, che ci fa pulsare il cuore oltre i 4500 battiti al minuto, ci fa alzare la pressione oltre gli 80 all’ora e ci fa abbassare una sola cosa: le ginocchia a terra sulle curve magiche, per giunta poco trafficate questa volta!
Errorino in testa, che fa fermare qualche moto a 2 tornanti dalla fine, rifugio al Fedare (unico impianto di sci in zona Giau) forse era più una questione di fame e parcheggio che li ha fatti fermare.. ma arriviamo al Giau, quello vero, col parcheggio pieno, un sole splendido ed un paesaggio mozzafiato!


Entrando troviamo anche una rossa Ducati 796, simile a quella del caro amico Cris, con uno specchietto smontato e riposto sul sellino posteriore (!).

Pappa, caffè, foto di gruppo con il bastone per selfie gentilmente offerto da Edda (insieme al telefono, dato che quello di Carmelo scattava solo quando decideva lui!) e via verso il lago di Misurina, passando dal Passo Tre Croci. Prima di ripartire, per impegni contingenti, salutiamo Carmelo, Anacleto e zavorrina e Luca (Aprilia) che rientrano e ci danno appuntamento al prossimo motogiro!


Inizia la discesa e purtroppo ci fermiamo per lo spiacevole adagiamento della Hayabusa su un interno tornante, praticamente solo appoggiata sul terreno erboso, qualche striscio e un ramo che ha graffiato il casco dell’impavido Luca, che non accusa nemmeno il colpo e riparte più veloce di prima!

Il lago era uno specchio, piatto e da incorniciare, con il riflesso delle montagne che si stagliano sull’orizzonte, adornate da una candida coltre di nubi bianchissime!

Ci dissetiamo e rinfreschiamo (più che altro ci congeliamo!) ad una fontana che sgorgava acqua di fonte, e facciamo la conoscenza di un ciclista modenese con una bici in carbonio e alluminio dal modico peso di 6kg e il tranquillo valore di 9000 euro (per giunta il proprietario ci dice che non è nemmeno meno faticosa delle altre! Gli ho suggerito di aggiungere qualche migliaia di euro e comprare un GS!) Ahahahahaha

Saliamo verso il Falzarego, conosciuto ai più, anche se ogni due sabati cambiamo il senso di percorrenza per avere sempre la sensazione di fare un percorso nuovo..
Belvedere di Colle Santa Lucia, tappa obbligata prima di riprendere per Passo Staulanza, giù veloci sul Longarone (dove abbiamo il piacere di intraprendere un’amicizia itinerante con un dolce SUV bianco che nella Valzoldana aveva deciso di voler simulare di essere un motociclista e che non ci voleva far passare, intraprendendo lui stesso sorpassi di dubbia fattibilità e dall’ardua riuscita).
Dal Fadalto abbiamo iniziato a sentire nuovamente la temperatura alzarsi e le membra che iniziavano ad accusare la stanchezza… così abbiamo approfittato dei velox e del traffico atroce per rientrare adagi per Valdobbiadene, tra un trattore e l’altro che intraprendevano la via delle vigne già cariche del nobile succo dell’uva!
Totale di circa 400km, tanto divertimento, pochi eventi negativi facilmente superabili e un grosso ringraziamento ai partecipanti ma come sempre per primo all’organizzatore! Grazie Ale!

