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Vecchie moto italiane, perché nascevano male?
12964467
12964467 Inviato: 3 Feb 2012 12:47
Oggetto: Vecchie moto italiane, perché nascevano male?
 

Nessuna polemica sull'attuale affidabilità delle moto italiche che peraltro amo! Mi rivolgo ai modelli di quel passato nemmeno troppo remoto che han contribuito alla nomea di italiane inaffidabili, perché poche balle era un qualcosa di concreto icon_asd.gif

Ora, volendo semplificare al massimo il processo produttivo di una moto abbiamo:

-Un pool di progettisti che trasferiscono la moto dal mondo delle idee a quello cartaceo/di prototipo
-Un cda ed un reparto marketing che faranno le loro osservazioni (i cerchioni d'oro costan troppo, levateli! 40 fari potrebbero non piacere al cliente medio, riducete!)
-Operai che la monteranno

Mi chiedo, dov'era la falla?

I progettisti non eran capaci di buttar giù il disegno di un motore valido perché non avevano idea di come funzionasse? La dirigenza esigeva rotture frequenti per guadagnare nel post-vendita? Gli operai italiani facevano schifo? Le attrezzature di cui disponevano gli operai non erano adeguate e quindi fessi un po' tutti quelli ai piani alti?

Insomma la moto è in primis un oggetto ed in quanto tale va fabbricato. A monte di anni ed anni di moto italiane considerate inaffidabili rispetto alle cugine asiatiche cosa c'era? Io non c'ero quindi non ne ho idea icon_asd.gif

Chiaritemi questo dubbio và icon_biggrin.gif
 
12964622
12964622 Inviato: 3 Feb 2012 13:23
 

Sperando che non diventi l'ennesimo topic "moto italiane" VS "moto japan" , provvedo a spostare nel piú adatto forum generale. Buona ricerca nell'argomento!

doppio_lamp.gif
 
12964697
12964697 Inviato: 3 Feb 2012 13:38
 

DiaNouS ha scritto:
Sperando che non diventi l'ennesimo topic "moto italiane" VS "moto japan" , provvedo a spostare nel piú adatto forum generale. Buona ricerca nell'argomento!

doppio_lamp.gif


Esatto, secondo me è inevitabile sfociare in paragoni 0509_down.gif. Però è un dubbio che ho anche io sai? Io mi sono fatto l'idea che i progetti sono nati al top, e poi si sono dovuti ridimensionare una volta arrivati nelle mani dei dirigenti. Anche perchè il lavoro, le materie prime e i trasporti per farle arrivare, qui in Italia, costano molto (appunto in paragone ad esempio ai paesi del sol levante icon_xd_2.gif ). Quindi questo riadattamento ha snaturalizzato l'originale concezione con conseguente realizzazione "alla buona" del progetto. Ripeto, è solo una mia idea, poi come in tutte le cose, non c'è solo una variabile che influenza un fenomeno, di conseguenza può anche essere una combinazione di tutti quei fattori che hai elencato tu.
 
12964762
12964762 Inviato: 3 Feb 2012 13:56
 

Provo a dare una risposta logica in base alle mie (limitate) conoscenze e se qualcuno ha info più precise ben venga! icon_wink.gif

Negli anni 70 vi era la crisi petrolifera e i prezzi erano andati alle stelle e i prodotti giapponesi grazie alla miglior industrializzazione era in grado di offrire prodotti qualità/prezzo decisamente superiori, le prime a farne le spese furono le aziende inglesi per poi toccare alle italiane affrontare l'assalto dei giapponesi.

I progettisti dovettero far fronte sia ai progressi dei produttori esteri che alla difficoltà dei costi di produzione decisamente cresciuti a causa della crisi.
Questa combinazione mise in crisi intere direzioni aziendali che vedevano il mercato per i loro prodotti restringersi a causa dei rivali e i costi aumentarono e in questo frangente dovettero andare al risparmio per far quadrare i conti, alcune ci riuscirono altre invece fallirono.
Numerose aziende riuscirono a rimanere in piedi grazie all'intervento dello stato che le finanziava o le commisariava ma la crisi in cui erano cadute dovette sembrare un baratro per i dirigenti che pensavano solo far rimanere a galla le aziende senza un reale rilancio.
In quel periodo numerose aziende chiusero incapaci di reagire ai due fattori che le contrastavano e alla mancanza di una dirigenza capace, i progettisti per forza di cose dovettero adattarsi a far del loro meglio con quello che avevano a disposizione, ovvero materiali economici e risorse ridotte all'orso e pur facendo del loro meglio per progettare mezzi affidabili ma se sulla carta hai del materiale ma in produzione ne arriva dell'altro è logico che i calcoli svolti siano errati e le rotture e inaffidabilità all'ordine del giorno.

Non dimentichiamoci poi che molte dirigenze di moto che entrarono durante la crisi erano funzionari statali che non conoscevano il settore e il cui compito era semplicemente chiudere il bilancio almeno in pareggio e ciò influiva sulla gestione stessa delle risorse.

Almeno questo è quello che ho dedotto io con le scarse info in mio possesso. icon_wink.gif
 
12964849
12964849 Inviato: 3 Feb 2012 14:10
 

Secondo me il problema non stava nei progettisti,ma nei fornitori.Per guadagnare il più possibile si usavano materiali più scadenti,probabilmente c'era dietro il solito fenomeno italico delle bustarelle icon_asd.gif,poi le aziende jap sono più grandi e sono sempre state in grado di industrializzare meglio il prodotto,mentre le piccole case italiane sono rimaste a lungo una sorta di entità artigiane con molti meno controlli di qualità...Fai fare un pezzo ad uno,un pezzo all'altro,uno fà il furbo e tira sulla qualità del materiale,l'altro realizza approssimativamente tanto nessuno gli dice niente,l'altro ha il monopolio perchè è amico del titolare...Se tutta la catena scricchiola,poi non c'è tanto da meravigliarsi che il prodotto finito abbia un bell'aspetto,ma che non duri nel tempo.I jap sono decenni che sottopongono le loro moto a estenuanti collaudi,tuttavia alcuni difetti saltan fuori lostesso,mentre in Italia non penso che arrivino a tanto.
Ancora oggi alle presentazioni stampa vengono fornite moto con mappature ancora da definire,bielle difettose,pezzi di strumentazioni che saltano via...Poi ecco,un'altra cosa:lavate una jap con l'idropulitrice e difficilmente avrete problemi,fatelo con un'italiana e se avete passato anche i blocchetti elettrici è molto più probabile che non parta finchè non s'è asciugata o finchè non le spruzzerete del WD40.Per queste cose non hanno colpa i costruttori,ma i fornitori.
Qualche anno fa ho letto un articolo dove intervistavano un progettista della MV,quello che ha progettato il motore della Cagiva 500 e diceva che per certe lavorazioni i giapponesi sono 10 anni avanti a noi,che in Europa certe macchine non esistono neanche!
Ora mi direte:"son passati gli anni e siamo avanzati!"-"Sì certamente,ma penserete mica che loro siano stati a dormire!".E qui mi viene in mente uno dei peggiori difetti dell'Italia in generale:DORMIRE SUGLI ALLORI!
 
12964907
12964907 Inviato: 3 Feb 2012 14:19
 

potete fare un po' di nomi? 0509_lucarelli.gif
di case e moto e di che anno

pechè io di questo non ne sapevo niente, e non voglio nemmeno difendere la mia moto ma giusto per conoscere e così avere un occhio più critico.

di quello che so invece, dice bene Broglia, i giapponesi in quanto lavorazione meccanica di precisione sono il primo paese al mondo. Almeno questo dicevano i cavalieri del lavoro quando sono andato con mio nonno e il loro gruppo in una visita d'onore ad una fabbrica, parlando in generale di macchinari meccanici industriali.

L'Italia ha sicuramente una passione infinita per le moto e tutto quello che gira attorno, ma non dobbiamo dimenticarci che al mondo non esistiamo solo noi.
 
12964977
12964977 Inviato: 3 Feb 2012 14:29
 

Negli anni 80 le Guzzi erano note per girare ad uno al punto che alcuni la definivano il mono a due! icon_xd_2.gif
 
12965177
12965177 Inviato: 3 Feb 2012 14:59
Oggetto: Re: Vecchie moto italiane, perché nascevano male?
 

DemaDev ha scritto:
Nessuna polemica sull'attuale affidabilità delle moto italiche che peraltro amo! Mi rivolgo ai modelli di quel passato nemmeno troppo remoto che han contribuito alla nomea di italiane inaffidabili, perché poche balle era un qualcosa di concreto icon_asd.gif


Ho letto gli altri interventi che secondo me sono tutti interessanti e dicono qualcosa di sensato sul problema. Aggiungo solo che siamo mondi diversi e moltissimo è in ultima analisi da ricondurre a questo fatto.

In Giappone, si sa, si sciopera continuando a lavorare; la loro mentalità guerriera sommata al fortissimo senso di identità di gruppo fa sì che abbiano riversato nel lavoro tutte le loro enormi capacità. Non molti sanno che almeno in tempi recenti era considerato quasi disonorevole cambiare ditta. Se è la ditta a indurre il dipendente ad andarsene è perché questi non sta al passo con il livello di perfezionismo richiesto, o non è onesto o altro. Se è il dipendente che se ne va, perché convinto di non trovare nella ditta la giusta remunerazione, è comunque visto male perché la ditta è una specie di famiglia verso cui si è dimostrato ingrato.

Non c'è solo questo. Le differenze tra noi e loro le puoi vedere in oggetti che si chiamano tsuba, sono i guardamani delle spade. Anche quelli di livello medio sono oggetti che lasciano senza fiato per la perfezione della lavorazione. I giapponesi sono stati da sempre educati nel culto del bello e della perfezione, e questo ha il suo peso. Ovviamente si vede anche in tante altre cose, ma le spade sono davvero una delle loro grandi specialità.

Noi abbiamo altre qualità che non sto a elencare; estro, creatività, capacità di galleggiare anche quando il contesto economico ti rema contro. Tenere aperta una ditta in un paese come il nostro vuol dire aver superato una sorta di "selezione darwiniana" feroce (lo virgoletto perché la selezione naturale è una teoria scientifica che dice cose diverse da quelle nel cui senso sto usando il termine). Abbiamo contro la burocrazia, mazzette, impicci...

Ora, non dico che noi siamo inferiori. Dico che le qualità rispettive, una volta sommate, sono sempre quelle di grandi popoli e grandi civiltà. Ma quelle che hanno loro, e il contesto di lavoro che hanno creato nella loro società, sfociano più facilmente in un livello qualitativo altissimo e molto costante che noi non sempre riusciamo a raggiungere e soprattutto a mantenere.

ciao

B.
 
12965338
12965338 Inviato: 3 Feb 2012 15:27
 

Di moto italiane ne ho avute tre,che cosa ho trovato? Mezzi che tutto sommato non erano male MA c'erano a volte carenze progettuali e a volte risparmi su cose in cui NON si doveva risparmiare. Alcuni sottodimensionamenti chemo portavano a restare a piedi. QUINDI dopo essere passato al made in japan (con altri tipi di problemi) ma che comunque ti portavano a casa anche se con prestazioni inferiori.
Qualche esempio?
Elefant 750 con un cronico rompersi di cuscinetti,una volta addirittura mi sono trovato il piede sinistro investito da sfere e olio bollente,nonchè la ruota dietro bloccata. E ho rovinato un paio di nike alte 0509_mitra.gif E ovviamente tanti,ma tanti ,troppi problemi.
Il PX,il mitico vespone,con la crocera del cambio che si tritava tutti gli anni,e un giorno è pure esplosa la campana frizione! eusa_think.gif
Elefant 125,grande piccola moto...forse la migliore delle italiane che ho avuto,se non consideriamo un continuo svitarsi di TUTTI i bulloni,compreso supporti motore e una volta perno ruota dietro e sul cronico sottodimensionamento delal catena dietro!
Di giapponesi ne ho avute due,entrambe monocilindriche,fanno quello che possono,tengono come possono (qualche volta raddrizzano le curve) ma almeno ti portano sempre a casa.
Poi è logico che ci sono TANTI metodi per fare le moto per bene,adesso ho un americana,non va male (a parte un minimo ballerino e alto come un 4 cilindri icon_evil.gif ,peraltro già modificato) e una manovrabilità paragonabile a un autobus nei vicoli di genova.
L'unica moto italiana che prima o poi comprerò sarà la beta alp o magari il monster 400,se riuscirò a metterli portapacchi e farcirlo di cromature.

Ultima modifica di Doc_express il 3 Feb 2012 15:43, modificato 1 volta in totale
 
12965375
12965375 Inviato: 3 Feb 2012 15:34
 

bigsen ha scritto:
Negli anni 80 le Guzzi erano note per girare ad uno al punto che alcuni la definivano il mono a due! icon_xd_2.gif

Ehm... non ho proprio capito cosa intendi icon_xd_2.gif qualcuno mi illumina? 0510_confused.gif
 
12965491
12965491 Inviato: 3 Feb 2012 15:57
 

Probabilmente per rogne di carburazione (montavano dell'orto SENZA pompa di ripresa e probabilmente SENZA filtri carburante),ne ho sentito più di uno lamentarsi.
All'epoca dei primi custom,alcune realizzazioni venivano chiamate "moto struzzi" per via dei manubri esagerati che si montavano e costringevano i più piccoli di statura a girare con le ascelle in vista.
 
12965653
12965653 Inviato: 3 Feb 2012 16:32
 

Fare un veicolo affidabile richiede, credo, le stesse cose del farlo performante: studi, progettazione, collaudi, cambiamenti in corsa... investire soldi.
Occorre certamente la capacità di saper fare queste cose, ma anche la volontà di farle.
L'affidabilità è però, al contrario della prestazionalità, un valore "invisibile". E' più facile giustificare il prezzo di un bel monobraccio in alluminio (si vede) rispetto ai costi sostenuti per rendere la moto affidabile (non si vedono)...
L'affidabilità/durata può essere considerata dal produttore un valore aggiunto, oppure semplicemente un dovere, e credo che sotto il sol levante la pensino in quest'ultimo modo.
 
12965694
12965694 Inviato: 3 Feb 2012 16:42
 

vanguard ha scritto:

L'affidabilità/durata può essere considerata dal produttore un valore aggiunto, oppure semplicemente un dovere, e credo che sotto il sol levante la pensino in quest'ultimo modo.


L'affidabilità E' un DOVERE,e si può ottenerla in tanti modi. c'è chi sovradimensiona e chi fa le cose per bene.
Per esempio non comprerò mai una moto con i perni ruota vuoti dentro,o una moto con pezzi in carbonio quando il ferro o la plastica economica ma ben dimensionata fa lo stesso lavoro. Per lo stesso motivo le mie biciclette hanno tutte la forcella a doppie piastre e dischi freno e ruote larghe. Il peso è poco importante se poi torni a piedi.
 
12965808
12965808 Inviato: 3 Feb 2012 17:10
 

OT: non me ne intendo, ma ho visto delle mountain-bike con un avantreno a doppia piastra che... era come guardare una moto icon_eek.gif
Per contro so che esiste una forcella con... uno stelo solo, credo affascinante esteticamente, ma come robustezza... mah!
 
12966015
12966015 Inviato: 3 Feb 2012 17:58
 

C'è da dire anche che i Manager giapponesi tengono un profilo molto più sobrio dei nostri e guadagnano molto meno!Là gli stipendi sono più livellati perchè conta la collettività e non l'individualità perchè tutti sono utili,ma nessuno è indispensabile!Uno come Marchionne 0509_vergognati.gif mi sà che non lo farebbero nemmeno passare al chec-in all'aeroporto icon_asd.gif ...
Vi faccio un esempio.MV quando è stata rilanciata ha presentato una moto da 68000000 di lire di allora,la F4 serie ORO in tiratura limitata,salvo poi regalarne una al re di Spagna,una a Eddy Irvine e così via...Giusto per far intendere l'italica spacconeria!Poi quando han fatto la Brutale ci mancava poco che l'azienda fallisse e le prime hanno cominciato a consegnarle dopo 18 mesi!Quando ordinai la CBR arrivò dopo tre settimane(2 passate in nave)...
Purtroppo all'italiano piace far lo sborone e non immaginate quanto mi vergogno di essere nato in questo paese quando vedo e sento queste spacconerie!
Pensate che la Honda non potrebbe fare la serie oro?Potrebbe fare anche la platino e la diamante,ma non le fà perchè loro hanno stile!
La Ferrari ad esempio è la macchina che non tutti devono avere secondo Montezemolo e company!Molto bene,se mai diventerò ricco da fare schifo,mi comprerò la Lamborghini e le farò aerografare la scritta sul cofano:"Ferrari?No grazie!"(La Lamborghini è del gruppo Audi Ww).
Sohichiro Honda è partito costruendo un ciclomotore 50cc. con un motore monocilindrico 2tempi.Si narra che venne in Europa in cerca di trasmissioni e prima di partire per il Giappone riempì la sua valige di catene pignoni e corone per iniziare la sua produzione.Nel 1950 fondò la Honda Motor Holding e poi la storia la sapete...
Marchionne tra qualche anno porterà la FIAT via dall'Italia,la Honda ad Atessa ha aperto da anni ormai uno stabilimento in Italia...
I jap sanno ascoltare i desideri dei loro clienti e si preoccupano di soddifarli,mentre qui da noi basta vendere e poi t'attacchi!
La loro è una filosofia fondata sul rispetto,mentre da noi si è furbi se si fanno i soldi a spese altrui.
Sulle moto jap difficilmente si vedono nomi altisonanti,mentre è pratica molto diffusa dalle nostre parti per far aumentare i prezzi e la cosa funziona evidentemente perchè se ti compri il modello base di questa o quell'altra sei il poveraccio di turno che non si può permettere il modello di punta...In Italia si ragiona così per far bella figura al bar 0509_down.gif 0509_down.gif 0509_down.gif ...
 
12966101
12966101 Inviato: 3 Feb 2012 18:18
 

Broglia ha scritto:
C'è da dire anche che i Manager giapponesi tengono un profilo molto più sobrio dei nostri e guadagnano molto meno!Là gli stipendi sono più livellati perchè conta la collettività e non l'individualità perchè tutti sono utili,ma nessuno è indispensabile!Uno come Marchionne 0509_vergognati.gif mi sà che non lo farebbero nemmeno passare al chec-in all'aeroporto icon_asd.gif ...
Vi faccio un esempio.MV quando è stata rilanciata ha presentato una moto da 68000000 di lire di allora,la F4 serie ORO in tiratura limitata,salvo poi regalarne una al re di Spagna,una a Eddy Irvine e così via...Giusto per far intendere l'italica spacconeria!Poi quando han fatto la Brutale ci mancava poco che l'azienda fallisse e le prime hanno cominciato a consegnarle dopo 18 mesi!Quando ordinai la CBR arrivò dopo tre settimane(2 passate in nave)...
Purtroppo all'italiano piace far lo sborone e non immaginate quanto mi vergogno di essere nato in questo paese quando vedo e sento queste spacconerie!
Pensate che la Honda non potrebbe fare la serie oro?Potrebbe fare anche la platino e la diamante,ma non le fà perchè loro hanno stile!
La Ferrari ad esempio è la macchina che non tutti devono avere secondo Montezemolo e company!Molto bene,se mai diventerò ricco da fare schifo,mi comprerò la Lamborghini e le farò aerografare la scritta sul cofano:"Ferrari?No grazie!"(La Lamborghini è del gruppo Audi Ww).
Sohichiro Honda è partito costruendo un ciclomotore 50cc. con un motore monocilindrico 2tempi.Si narra che venne in Europa in cerca di trasmissioni e prima di partire per il Giappone riempì la sua valige di catene pignoni e corone per iniziare la sua produzione.Nel 1950 fondò la Honda Motor Holding e poi la storia la sapete...
Marchionne tra qualche anno porterà la FIAT via dall'Italia,la Honda ad Atessa ha aperto da anni ormai uno stabilimento in Italia...
I jap sanno ascoltare i desideri dei loro clienti e si preoccupano di soddifarli,mentre qui da noi basta vendere e poi t'attacchi!
La loro è una filosofia fondata sul rispetto,mentre da noi si è furbi se si fanno i soldi a spese altrui.
Sulle moto jap difficilmente si vedono nomi altisonanti,mentre è pratica molto diffusa dalle nostre parti per far aumentare i prezzi e la cosa funziona evidentemente perchè se ti compri il modello base di questa o quell'altra sei il poveraccio di turno che non si può permettere il modello di punta...In Italia si ragiona così per far bella figura al bar 0509_down.gif 0509_down.gif 0509_down.gif ...


Ok.. a parte l'aneddoto su Honda e il panegirico sulla qualita' ATTUALE della produzione giapponese (che peraltro nessuno, da quando e' stato aperto il topic) si e' sognato di mettere in discussione... il resto che c'entra con il discorso avviato da Demadev?


"Vecchie moto italiane, perché nascevano male?"
 
12966338
12966338 Inviato: 3 Feb 2012 19:12
 

Broglia ha scritto:
C'è da dire anche che i Manager giapponesi tengono un profilo molto più sobrio dei nostri e guadagnano molto meno!Là gli stipendi sono più livellati perchè conta la collettività e non l'individualità perchè tutti sono utili,ma nessuno è indispensabile!Uno come Marchionne 0509_vergognati.gif mi sà che non lo farebbero nemmeno passare al chec-in all'aeroporto icon_asd.gif ...
Vi faccio un esempio.MV quando è stata rilanciata ha presentato una moto da 68000000 di lire di allora,la F4 serie ORO in tiratura limitata,salvo poi regalarne una al re di Spagna,una a Eddy Irvine e così via...Giusto per far intendere l'italica spacconeria!Poi quando han fatto la Brutale ci mancava poco che l'azienda fallisse e le prime hanno cominciato a consegnarle dopo 18 mesi!Quando ordinai la CBR arrivò dopo tre settimane(2 passate in nave)...
Purtroppo all'italiano piace far lo sborone e non immaginate quanto mi vergogno di essere nato in questo paese quando vedo e sento queste spacconerie!
Pensate che la Honda non potrebbe fare la serie oro?Potrebbe fare anche la platino e la diamante,ma non le fà perchè loro hanno stile!
La Ferrari ad esempio è la macchina che non tutti devono avere secondo Montezemolo e company!Molto bene,se mai diventerò ricco da fare schifo,mi comprerò la Lamborghini e le farò aerografare la scritta sul cofano:"Ferrari?No grazie!"(La Lamborghini è del gruppo Audi Ww).
Sohichiro Honda è partito costruendo un ciclomotore 50cc. con un motore monocilindrico 2tempi.Si narra che venne in Europa in cerca di trasmissioni e prima di partire per il Giappone riempì la sua valige di catene pignoni e corone per iniziare la sua produzione.Nel 1950 fondò la Honda Motor Holding e poi la storia la sapete...
Marchionne tra qualche anno porterà la FIAT via dall'Italia,la Honda ad Atessa ha aperto da anni ormai uno stabilimento in Italia...
I jap sanno ascoltare i desideri dei loro clienti e si preoccupano di soddifarli,mentre qui da noi basta vendere e poi t'attacchi!
La loro è una filosofia fondata sul rispetto,mentre da noi si è furbi se si fanno i soldi a spese altrui.
Sulle moto jap difficilmente si vedono nomi altisonanti,mentre è pratica molto diffusa dalle nostre parti per far aumentare i prezzi e la cosa funziona evidentemente perchè se ti compri il modello base di questa o quell'altra sei il poveraccio di turno che non si può permettere il modello di punta...In Italia si ragiona così per far bella figura al bar 0509_down.gif 0509_down.gif 0509_down.gif ...

ciao broglia prendo spunto dal tuo intervento ... non me ne volere icon_biggrin.gif
quello che dici è vero ma ... conta poco.
Le marche giapponesi guadagnarono mercato e si fecero un nome di prodotti validi ed affidabili perchè in realtà LO ERANO.
La domanda è:
perchè lo erano?
semplice negli anni 50, 60, 70
potevano contare su ingegneri ed operai che NON facevano le ferie, rimanevano al lavoro anche 12 ore al giorno (senza richiedere gli straordinari) e vivevano tutto questo con uno spirito del combattente in prima linea.
prima di lavorare cantavano l'inno dell'azienda ecc ecc.
ora in quegli anni in italia si viveva bene per la prima volta dopo la guerra (boom economico degli anni 60), gli operai si compravano l'auto e portavano la famiglia al mare...
come potevano le aziende italiane competere con aziende del genere?
In effetti NON potevano, il giappone negli anni 80 divenne il primo produttore al mondo superando anche IL GIGANTE USA.
Come abbiamo fatto allora direte voi a superare o almeno a raggiungere quel livello?
Semplice dagli anni 80 in poi anche gli operai giapponesi hanno scoperto che fare le ferie e che divertirsi è meglio di vivere per la produzione d'eccellenza, ed hanno di nuovo invaso il mondo ... ma questa volta come turisti corredati di macchinetta fotografica (la davano insieme al passaporto alla frontiera! icon_asd.gif )
Così siamo arrivati ad oggi...
dimentico niente?
a si la cina... li si lavora anche 12 ore ... to be continued ... icon_eek.gif ...
icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif
 
12966364
12966364 Inviato: 3 Feb 2012 19:16
 

42 ha scritto:
Broglia ha scritto:
C'è da dire anche che i Manager giapponesi tengono un profilo molto più sobrio dei nostri e guadagnano molto meno!Là gli stipendi sono più livellati perchè conta la collettività e non l'individualità perchè tutti sono utili,ma nessuno è indispensabile!Uno come Marchionne 0509_vergognati.gif mi sà che non lo farebbero nemmeno passare al chec-in all'aeroporto icon_asd.gif ...
Vi faccio un esempio.MV quando è stata rilanciata ha presentato una moto da 68000000 di lire di allora,la F4 serie ORO in tiratura limitata,salvo poi regalarne una al re di Spagna,una a Eddy Irvine e così via...Giusto per far intendere l'italica spacconeria!Poi quando han fatto la Brutale ci mancava poco che l'azienda fallisse e le prime hanno cominciato a consegnarle dopo 18 mesi!Quando ordinai la CBR arrivò dopo tre settimane(2 passate in nave)...
Purtroppo all'italiano piace far lo sborone e non immaginate quanto mi vergogno di essere nato in questo paese quando vedo e sento queste spacconerie!
Pensate che la Honda non potrebbe fare la serie oro?Potrebbe fare anche la platino e la diamante,ma non le fà perchè loro hanno stile!
La Ferrari ad esempio è la macchina che non tutti devono avere secondo Montezemolo e company!Molto bene,se mai diventerò ricco da fare schifo,mi comprerò la Lamborghini e le farò aerografare la scritta sul cofano:"Ferrari?No grazie!"(La Lamborghini è del gruppo Audi Ww).
Sohichiro Honda è partito costruendo un ciclomotore 50cc. con un motore monocilindrico 2tempi.Si narra che venne in Europa in cerca di trasmissioni e prima di partire per il Giappone riempì la sua valige di catene pignoni e corone per iniziare la sua produzione.Nel 1950 fondò la Honda Motor Holding e poi la storia la sapete...
Marchionne tra qualche anno porterà la FIAT via dall'Italia,la Honda ad Atessa ha aperto da anni ormai uno stabilimento in Italia...
I jap sanno ascoltare i desideri dei loro clienti e si preoccupano di soddifarli,mentre qui da noi basta vendere e poi t'attacchi!
La loro è una filosofia fondata sul rispetto,mentre da noi si è furbi se si fanno i soldi a spese altrui.
Sulle moto jap difficilmente si vedono nomi altisonanti,mentre è pratica molto diffusa dalle nostre parti per far aumentare i prezzi e la cosa funziona evidentemente perchè se ti compri il modello base di questa o quell'altra sei il poveraccio di turno che non si può permettere il modello di punta...In Italia si ragiona così per far bella figura al bar 0509_down.gif 0509_down.gif 0509_down.gif ...


Ok.. a parte l'aneddoto su Honda e il panegirico sulla qualita' ATTUALE della produzione giapponese (che peraltro nessuno, da quando e' stato aperto il topic) si e' sognato di mettere in discussione... il resto che c'entra con il discorso avviato da Demadev?


"Vecchie moto italiane, perché nascevano male?"


Tu italiano, pizza, mafia, guzzi e mandolino?
icon_asd.gif

0510_inchino.gif

scusa ma ... dovevo scriverlo! icon_biggrin.gif icon_biggrin.gif icon_biggrin.gif
 
12966447
12966447 Inviato: 3 Feb 2012 19:32
 

In Italia i produttori di moto (e di auto) fino agli anni '70 lavoravano in regime di quasi monopolio perchè le importazioni dall'estero erano contingentate e/o scoraggiate con degli escamotage fiscali, e quindi della qualità del prodotto non poteva fregargliene di meno. Specie ai grandi produttori (Guzzi all'epoca produceva più moto di Kawasaki ! ), che non solo potevano contare su sostanziose commesse statali, ma a volte erano loro stessi statali o parastatali (quindi posto e stipendio garantiti e nessun obbligo di produrre risultati).

Insomma è un pò come per i telefoni: oggi viviamo in un epoca in cui cani e porci cercano di offrirti servizi telefonici (e se non stai attento te li attivano di nascosto), ma non so quanti dei nostri forumers più giovani sanno che fino a non tanti anni fa c'era il monopolio della SIP e per farsi mettere il telefono in casa bisognava fare domanda in carta bollata e aspettare anche per anni...
 
12966529
12966529 Inviato: 3 Feb 2012 19:47
 

Penso che da quell'epoca (anni 70/80) è nata l'espressione "sportiva all'italiana" che sta/stava ad indicare telaio a traliccio e raffreddamento ad aria.
Oggi anche babbo natale sa costruire un blocco raffreddato a liquido e un telaio in alluminio, in quel periodo invece non era così, o meglio non si era in grado di farlo contenendo i costi come facevano altri che erano più "padroni" di certe tecnologie.
Stesso discorso per l'affidabilità, non era tanto questione di operai cazzoni o materiali scadenti, ma di metodo di lavoro, styrutturato in modo tale da rendere sempre più difficile l'errore.


doppio_lamp.gif doppio_lamp.gif doppio_lamp.gif
 
12966584
12966584 Inviato: 3 Feb 2012 19:59
 

Secondo me non dipendeva dalle aziende, ma dai clienti. Ti faccio un esempio: quanti vecchietti con l'ape o con i motorini 2t ci mettevano dentro un olio paragonabile a bitume apposto dell'olio normale"? E fidati che le vecchie generazioni, quelle che una volta avevano moto (solitamente 2t, raramente a 4t) ne avevano gli stessi riguardi. Partenze a freddo, le truccavano (male), le lasciavano sotto la pioggia, ci viaggiavano in 2 più le valige, ci facevano le corse o lunghi tragitti sempre a pieno carico. Era tutto al risparmio, per non parlare della manutenzione! icon_asd.gif

Quelle mica lo vedevano mai il meccanico. Vedevano qualche amico o qualche espertone di quelli che girano ancora oggi e che la tua candela usata la montano sulla moto di un altro dopo avergli dato una pulita. Ingrassare cinghie, cambiare olio frizione, cambiare i tamburi dei freni, cambiare i pezzi usurabili (fasce ecc...), regolare il gioco delle valvole (nei 4t), pulire dalle incrostazioni, cambiare le gomme!

Pensate davvero che lo facessero? Qualcuno si, ma pochi e appassionati. Il resto, la stragrande maggiornaza no. Ma perchè erano altri tempi, andava così e andava bene a tutti. Anzi, si trattava di moto affidabili e robuste, che dopo 30-40 anni ancora ci sono. L'esempio classico della vespa è il più evidente, ma pure le Guzzi, MV, Ducati, Aprilia. I gloriosi Colibrì, Daniela, Packi e Tuareg dell'Aprilia, il Falcone, L'Airone e il Galletto della Guzzi, lo Scrambler, la 750ss per Ducati.

Tutte moto che ancora oggi esistono. E non i prodotti di tutte le marche esistenti arrivano fino ad oggi. icon_wink.gif
 
12966611
12966611 Inviato: 3 Feb 2012 20:05
 

per non posso esimermi dal commentare.
le moto italiane non sono MAI NATE male.nascevano benissimo e uscivano male! ....de tomaso in guzzi ed altri "imprenditori"non vi dicono nulla?l italia ha avuto tecnici e ingegneri che per reggere il confrontoin giappone dovevano far lavorare in schiavitu 40 persone sottopena di fustigazioni collettive.
solo che in italia cè sempre stato questo luogo comune avvalorqato dal fatto che le moto nascevano bene ma muovevano i primi passi male.
orride presentazioni stampa,orrido marketing,poca attenzione nei manager di allora.
i manager di moto probabilemnte vedevano la moto come un prodotto qualsiasi.
quoto in parte i fornitori,ma anche li credo che le pecche siano state piu gestionali che altro.
insomma io mdestamente commento cosi.
nascevano male?
NO
erano mal gestite?
SI
altra cosa....la moto avra sempre problemi se come vedo spesso,la gente se ne sbatte,mai manutenzione,sempre prodotti di infima qualità etc etc.
non è un caso che la serie perfetta ducati o le guzzone gli esemplari sempre ben curati hanno paraticamente zero problemi,le italiane mal curate perdono bulloni e olio anche dallo scarico.
 
12966787
12966787 Inviato: 3 Feb 2012 20:43
 

Poi bisogna tenere presente che anche le moto inglesi e americane dell'epoca non è che uscissero granchè bene da un confronto con le giapponesi...
 
12966850
12966850 Inviato: 3 Feb 2012 20:58
 

Doc_express ha scritto:


L'affidabilità E' un DOVERE,e si può ottenerla in tanti modi. c'è chi sovradimensiona e chi fa le cose per bene.
Per esempio non comprerò mai una moto con i perni ruota vuoti dentro,o una moto con pezzi in carbonio quando il ferro o la plastica economica ma ben dimensionata fa lo stesso lavoro. Per lo stesso motivo le mie biciclette hanno tutte la forcella a doppie piastre e dischi freno e ruote larghe. Il peso è poco importante se poi torni a piedi.



perni cavi all'interno
se sono progettati bene resistono senza problemi
oramai quasi tutte le moto hanno i perni cavi siccome hanno anche meno materiale quindi meno costi

forcella a doppie piastre sono le forcelle tipo quelle delle moto
sono solo più rigide ma se si prendono forcelle di buona qualità non si hanno nessun problema nemmeno con quelle a singola piastra ovviamente devono avere l'archetto

ruote larghe cosa centrano
 
12966935
12966935 Inviato: 3 Feb 2012 21:17
 

Potrei aggiungere che la prima moto moderna fù la CB 750Four ed in giro ce ne sono ancora parecchie perfettamente marcianti.La Benelli ne fece un clone(non ricordo la sigla)che costava di più,aveva un sacco di problemi e non la comprarono in molti...Paradossalmente oggi una di quelle Benelli vale un sacco di soldi perchè è richiesta tra i collezionisti per la sua rarità...Io questi proprio non li capisco eusa_wall.gif ...
Tornando alle differenze tra jap e Italiane del passato,diciamo fino a una trentina d'anni fa si può dire che le jap avevano già propulsori a prova di bomba,ciclistiche un po'meno e freni pure,probabilmente per risparmiare.Le Italiane avevano ciclistiche migliori,ma motori che si rompevano e davano problemi molto più facilmente.
Parlando di ciclistica,il telaio scatolato in alluminio per la maggior parte della gente è una prerogativa delle moto giapponesi,invece è un brevetto dei primi anni '80 della Bimota.La Yamaha ne comprò i brevetti e da lì i jap si specializzarono in telai in travi d'alluminio.Ecco l'anello di congiunzione:la BIMOTA!Robusti telai all'avanguardia,sospensioni e freni della miglior qualità e robusti motori jap!Poi hanno messo e continuano ad usare motori Ducati,ma le prime BIMOTA avevano motori jap, che per altro hanno continuato ad installare fino al fallimento.Tuatara,Furano,SB6,KB1,YB9 Superleggera,HB1,YB8,SB7,SB8...
Negli anni '60 le moto europee erano delle vere e proprie baracche salvo qualche caso isolato.Per andarci in giro occorreva portarsi dietro ricambi e cassetta dei ferri,però per gli appassionati non c'era alternativa.
Le jap sono arrivate a fine anni '60 ed hanno invaso il mercato in massa una decina d'anni dopo.Le moto erano valide,costavano meno ed erano veramente robuste ed ecco che molte case europee hanno chiuso o son finite in rovina.
Trenta anni fa lo smanettone incallito aveva la Guzzi850LeMans,adesso per i più giovani pensare ad una Guzzi RR non è facile,poi è arrivata nell' '84 la GPZ900Ninja,nell''85 la GSX-R750 a faro quadro perchè il doppio tondo in Italia non era omologato...
Ad esempio la Guzzi finchè non è finita nell'orbita Piaggio e non ha beneficiato della sinergia con Aprilia,anche recentemente sfornava moto nuove vecchie di trenta anni con verniciature molto approssimative e prezzi decisamente alti...Ok che le Guzzi piacciono ai guzzisti perchè sono vintage,però se non ci fosse stato un po'di rinnovamento la gloriosa casa di Mandello avrebbe chiuso;è stata salvata per un pelo!
Qualcuno di voi poi ha detto che tutte le moto se perfettamente mantenute ed amate anche a distanza di decenni sono sempre in perfetta forma e non posso che dargli ragione 0509_up.gif .C'è da dire che con le jap da sempre si può stare meno attenti,mentre sulle europee,specialmente quelle non recentissime è buona norma ricordarsi di fare i tagliandi scrupolosamente.Poi anche alle jap,se non cambi mai l'olio,dopo un po'ne consumano più di un 2T e credo che molti difetti che saltano fuori siano il frutto di continui maltrattamenti da parte dei proprietari che poi si lamentano...
In definitiva credo che le case europee dal dopo guerra alla fine degli anni '70 abbiano mantenuto il monopolio senza doversi preoccupare della concorrenza,poi il vento è cambiato e ci abbiamo guadagnato tutti.
In ogni caso se il mercato ha dato ragione alle case giapponesi da trenta anni a questa parte evidentemente è perchè hanno lavorato meglio.BMW è un discorso a parte anche se per sentito dire (non ne ho mai avute nè desiderate finchè non è uscita la S1000RR)hanno pure queste le loro magagne,almeno i boxer.
In definitiva trovare un unica causa della poca affidabilità delle moto europee "vecchie"non è facile,direi che le cause sono molteplici e nel topic stanno saltando fuori.
 
12967309
12967309 Inviato: 3 Feb 2012 23:11
 

DemaDev, poni una questione particolarmente significativa, non solo in Italia ma in tutto il mondo occidentale.

Ti cito una frase di Kaouru Ishikawa, il padre della qualità totale: "la qualità incomincia e finisce con l'istruzione". In questa frase non c'è nessun riferimento a questioni tecniche ed ad aspetti tecnologici. La qualità è prima di tutto una questione ambientale, sociale e culturale (d'impresa e civile). Nel 1989 visitai, da studentello di ITIS, quello che era unanimamente considerato il più avanzato stabilimento di produzione automobilistica del mondo: Fiat Cassino! Sulla qualità di Fiat Tipo, che la si produceva, stendo un pietoso velo! Una risposta tecnologica (come fu allora) alla sfida giapponese della qualità è stata ed è tuttora irrilevante oltrechè palesemente perdente. Questo perchè la qualità non è sinonimo di tecnologia!

La base della qualità, è un ambiente sociale e culturale fertile in cui sono la conoscenza ed il desiderio di emancipazione culturale l'obiettivo primario. Da li in poi si deve considerare la strategia d'impresa. Strategia che deve coinvolgere, nella ricerca della qualità, tutta la sua organizzazione, dai manager, agli operai ed ai fornitori.

La comunicazione e la conoscenza devono poi permettere all'organizzazione di creare qualità dal momento dell'ideazione del prodotto passando per la sua progettazione, la sua produzione e la sua commercializzazione coinvolgendo ogni livello aziendale. Ti evidenzio che secondo Ishikawa il massimo della qualità si raggiunge laddove non è più necessaria l'attività ispettiva sul prodotto finale! Come dire che la genesi della qualità si identifica con la genesi del prodotto!

Ishikawa teorizzava metodologie operative per il conseguimento della qualità totale. Quello che interessa a noi è il coinvolgimento totale dell'organizzazione produttiva. Ad esempio, in Giappone, nacquero i CQ, I circoli qualità, dove i lavoratori si confrontavano, e si confrontano, sulle questioni ad essa inerenti garantendo un continuo scambio comunicativo nell'ambito aziendale.

Sempre Ishikawa suggeriva che, nella ricerca della qualità, gli obiettivi del management debbano essere allungati nel periodo medio/lungo (3/5 anni) perchè i risultati economici della qualità non si possono apprezzare nell'ambito delle normali scadenze di bilancio. Questo richiede una visione di business profondamente diversa rispetto a quelle tradizionalmente in uso nel mondo aziendale occidentale. Anzichè puntare al risultato di breve termine (ottenibile anche attraverso "alchimie contabili") il manager dedito alla qualità dovrebbe far si che "l'azienda possa soddisfare i clienti... che in cambio contribuiscano al crescere delle vendite... ed ad aumentate il profitto sul lungo termine!" obiettivo primario di qualunque manager!

Ciò detto, penso sia possibile asserire che nella cultura occidentale, in Italia in particolare, siano in parte mancate le basi per produrre la qualità. Tutto ciò indipendentemente dal know how tecnologico di altissimo livello riscontrabile sia in Europa che nel nord america. Personalmente ritengo che ancora oggi, in materia, ci sia grande ignoranza con imprese che ritengono che la qualità totale sia proporzionale al sorriso del venditore che proprone il loro prodotto o alla bravura del loro ingegnere progettista di fascie elastiche! icon_sad.gif

Sperando che tu abbia una moto... Toyota... Ti saluto cordialmente!!!!!! icon_biggrin.gif icon_biggrin.gif icon_biggrin.gif icon_wink.gif icon_wink.gif icon_wink.gif

doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif
 
12967396
12967396 Inviato: 3 Feb 2012 23:48
 

Dimifox ha scritto:
DemaDev, poni una questione particolarmente significativa, non solo in Italia ma in tutto il mondo occidentale.

Ti cito una frase di Kaouru Ishikawa, il padre della qualità totale: "la qualità incomincia e finisce con l'istruzione". In questa frase non c'è nessun riferimento a questioni tecniche ed ad aspetti tecnologici. La qualità è prima di tutto una questione ambientale, sociale e culturale (d'impresa e civile). Nel 1989 visitai, da studentello di ITIS, quello che era unanimamente considerato il più avanzato stabilimento di produzione automobilistica del mondo: Fiat Cassino! Sulla qualità di Fiat Tipo, che la si produceva, stendo un pietoso velo! Una risposta tecnologica (come fu allora) alla sfida giapponese della qualità è stata ed è tuttora irrilevante oltrechè palesemente perdente. Questo perchè la qualità non è sinonimo di tecnologia!

La base della qualità, è un ambiente sociale e culturale fertile in cui sono la conoscenza ed il desiderio di emancipazione culturale l'obiettivo primario. Da li in poi si deve considerare la strategia d'impresa. Strategia che deve coinvolgere, nella ricerca della qualità, tutta la sua organizzazione, dai manager, agli operai ed ai fornitori.

La comunicazione e la conoscenza devono poi permettere all'organizzazione di creare qualità dal momento dell'ideazione del prodotto passando per la sua progettazione, la sua produzione e la sua commercializzazione coinvolgendo ogni livello aziendale. Ti evidenzio che secondo Ishikawa il massimo della qualità si raggiunge laddove non è più necessaria l'attività ispettiva sul prodotto finale! Come dire che la genesi della qualità si identifica con la genesi del prodotto!

Ishikawa teorizzava metodologie operative per il conseguimento della qualità totale. Quello che interessa a noi è il coinvolgimento totale dell'organizzazione produttiva. Ad esempio, in Giappone, nacquero i CQ, I circoli qualità, dove i lavoratori si confrontavano, e si confrontano, sulle questioni ad essa inerenti garantendo un continuo scambio comunicativo nell'ambito aziendale.

Sempre Ishikawa suggeriva che, nella ricerca della qualità, gli obiettivi del management debbano essere allungati nel periodo medio/lungo (3/5 anni) perchè i risultati economici della qualità non si possono apprezzare nell'ambito delle normali scadenze di bilancio. Questo richiede una visione di business profondamente diversa rispetto a quelle tradizionalmente in uso nel mondo aziendale occidentale. Anzichè puntare al risultato di breve termine (ottenibile anche attraverso "alchimie contabili") il manager dedito alla qualità dovrebbe far si che "l'azienda possa soddisfare i clienti... che in cambio contribuiscano al crescere delle vendite... ed ad aumentate il profitto sul lungo termine!" obiettivo primario di qualunque manager!

Ciò detto, penso sia possibile asserire che nella cultura occidentale, in Italia in particolare, siano in parte mancate le basi per produrre la qualità. Tutto ciò indipendentemente dal know how tecnologico di altissimo livello riscontrabile sia in Europa che nel nord america. Personalmente ritengo che ancora oggi, in materia, ci sia grande ignoranza con imprese che ritengono che la qualità totale sia proporzionale al sorriso del venditore che proprone il loro prodotto o alla bravura del loro ingegnere progettista di fascie elastiche! icon_sad.gif


probabilmente le parti che ho grassettato sono quelle che meglio mi han fatto comprendere la situazione icon_biggrin.gif

insomma il prodotto finale era differente perchè differente era l'approccio: entrambi costruivano moto ma se probabilmente qui il pensiero guida era: "belle e sanguigne" in giappone invece percorrevano maggiormente il binario che mi hai illustrato.

in entrambi i casi c'era un ingegnere che sul foglio di carta disegnava i pistoni sapendo cosa stava facendo ma puntando verso direzioni differenti. se ho colto la cosa devo dire che la differenza sta in approcci sì marcatamente differenti che però all'atto pratico diventano sfumature da cogliere icon_biggrin.gif

Citazione:
Sperando che tu abbia una moto... Toyota... Ti saluto cordialmente!!!!!! icon_biggrin.gif icon_biggrin.gif icon_biggrin.gif icon_wink.gif icon_wink.gif icon_wink.gif

doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif


guarda, per fortuna ho una moto italo/giapponese non nuovissima che mi permette di apprezzare il meglio di ogni "mondo" riuscendo bene o male a cogliere le differenze 0509_up.gif è soprattutto per questo che mi è nato il dubbio che ha portato all'apertura di questo topic icon_biggrin.gif
 
12967515
12967515 Inviato: 4 Feb 2012 0:25
 

Ecco, e' proprio questo il problema, la cultura menageriale.

In italia, se possibile, il cliente lo si frega, non lo si soddisfa.

In italia, se un qualcosa ti fa guadagnare 10 oggi e perdere 100 domani, lo si fa!

Se puoi sputtanare il marchio ma guadagnarci oggi, lo fai!
 
12967625
12967625 Inviato: 4 Feb 2012 7:57
 

Mega quotone ESAGERATO! su questa frase! Sull'elefant 750 avevo il tubo del freno davanti screpolato che perdeva olio (non che me ne fregasse della revisione,non c'era ma volevo che frenasse sia davanti che dietro)
Lo ordino ORIGINALE ed è arrivato con l'etichetta UN ANNO PIU' VECCHIA dell'età della moto,elegantemente imbustato e con il nastro di carta sull'etichetta....complimenti.
Lo monto e sei mesi dopo sono da capo. 0509_mitra.gif
Sono poi andato da uno che faceva moto da pista e me lo sono fatto fare eusa_whistle.gif Anche se ho voluto raccordi in ferro e tubo nero con guaina.

E come si dice in piemontese l'han ciulame na volta am vuddu pi nen!
tutto quello che mi è successo con l'elefant 750:
-rottura regolatore di tensione
-rottura interruttore del folle per cambiarlo bisognava TOGLIERE il motore
-rottura ingranaggio seconda
-rottura rinvio conta km
-rottura cuscinetto spingi frizione. Messo carter chiuso per non sentire quell'odioso sferragliemento al semaforo
-rottura una cinghia distribuzione causa cuscinetto tendicinghia grippato,ritorno da barcellona a monocilidrico
-ammortizzatore dietro parte guarnizione e rimbalza,altri soldi!
-secondo ingranaggio della seconda
-rottura filtro olio causa insufficiente protezione dei carter
-perdita dal tubo freno davanti,il ricambio originale è durato 6 mesi poi daccapo
-rottura del rinvio contagiri (sulla testata) e quindi ferie fatte senza contagiri e segnando il territorio con olio che usciva
-rottura di un pistone per allentamento seger (e vai di cilindro nuovo)
-esplosione cuscinetto del pignone,e doccia di biglie e di olio bollente sul piede sinistro (non uso scarpe da moto!) e altro ingranaggio della seconda tritato dalle biglie!
-secondo regolatore di tensione. Stavolta ne ho autocostruito uno con SCR da saldatrice!
-rottura del disco davanti per passaggio oltre lo spessore minimo,il ricambio non c'era più
-rottura cavi elettrici dietro lo sterzo e quindi fili collegati per tornare a mo'di rubamoto
-bruciatura della frizione e ritorno con un quasi "cambio automatico"
-Bloccaggio della ruota dietro in curva causa ennesima rottura del cambio
Eliminata di disperazione causa curva presa da ubriaco,preso il KLR e alla prima uscita ho detto.....aaaaahhh che sogno,l'avessi fatta fuori prima. Scusate,ma è stato così!
Il solo rimpianto non aver avuto l'assicurazione furto e incendio il giorno che si è disfatta,mi sarei fatto anche il ritorno a piedi da casalgrasso a torino con una gamba carteggiata per un pò di grano in cambio di quel coso. Via il tubo della benza un corto con due fili e mi risparmiavo la demolizione. Ho speso più di riparazioni che non a comprare il klr NUOVO!
Poi ho preso il klr che le aveva tutte le SCARSE caratteristiche:
-non camminava
-vibrava
-faceva un rumore di compressore
-raddrizzava le curve
-non frenava
-adesso che ha passato i 100 mila km mangia un kg d'olio alla settimana

Ma in compenso ci ho girato 12 anni senza aprire UNA VOLTA il motore,con l'elefant ci giravo meno di un anno poi,un ingranaggio,un cuscinetto,una cinghia che si strappa e partono due valvole...no ora BASTA! Mi piacerebbe prendere il progettista /e o manager e dopo avergli messo il muso davanti a un qualunque ALTRO motore giapponese o americano fargli vedere come si DEVONO fare le moto.
 
12968256
12968256 Inviato: 4 Feb 2012 13:21
 

Ho avuto la Ducati 450 Scrambler, in complesso ben fatta per l'epoca, ma i componenti secondari scarsi.

Il devioluci era preso da un ciao, il perno del forcellone era bloccato con una spina cilindrica, l'ho persa e si stava sfilando, non dico di imbullonarlo ma almeno una paio di robuste copiglie, gli ammortizzatori Marzocchi letteralmente esplosi, sostituiti con i Telesco spagnoli.

Il motore, a parte una cronica perdita di olio dal rinvio meccanico del contagiri, sulla testa, non ha mai avuto problemi.

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Questo era il "devioluci" icon_eek.gif
 
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