
Alessandro,
Scusa l'espressione, ma stai facendo un po' di confusione...
La morale è un concetto astratto, definisce ciò che è bene e ciò che è male in un contesto caratterizzato da un' economia, un territorio (e relativo clima) e un'alimentazione.
La morale è cultura, cioè (detta in termini antropologici) la comprensione della NATURA (e delle sue leggi) e il suo sfrutttamento atto a garantire la soppravvivenza di un popolo che vive in un determinato territorio.
La morale cioè
regola i comportamenti della società degli umani al fine di garantirne la sopravvivenza e se possibile lo sviluppo e la sua espansione nello spazio e nel tempo.
E' molto importante comprendere questo concetto: una familia di eschimesi avrà una morale differente da quella di una familia di eritrei, o da quella di una familia di cinesi, perchè i termini di necessità di sopravvivenza sono differenti a causa delle differenze territoriali e climatiche.
La MORALE ha origini antiche, viene prima delle leggi. Pensiamo solo ai dieci comandamenti; ad esempio il comandamento: "non ammazzare" non è patrimonio esclusivo del popolo ebreo, è patrimonio di tutti i popoli del mondo, che hanno capito subito che amazzare il proprio vicino può arrecare grossi danni a tutta la comunità, soprattutto in una economia che si reggeva sulla forza lavoro come unica fonte di sostentamento e di sopravvivenza, e che la vita di ogni individuo non durava oltre la fase riproduttiva, e comunque era facile
lasciarci le penne
Sono i ROMANI, tra i primi popoli nella storia (almeno di questa parte del mondo in cui abitiamo), a codificare la MORALE inventando un ordinamento giuridico che non solo ha loro permesso la sopravvivenza, ma gli ha anche consentito una formidabile (per quei tempi) espansione.
La MORALE resta ai giorni nostri uno stumento un po' arcaico. L'industrializzazione, l'elevato grado di tecnologia, l'economia stessa che governa e orienta le nostre risorse monetarie, non ha bisogno di morale, ne fà volentieri a meno.
Come ho detto più sopra, la MORALE seve a controllare i comportamenti di un popolo tramite proibizioni e permessi: è un potere semaforico.
L'ETICA è bagaglio tuo. E' la costruizione di Valori che tu hai appreso ed
assemblato per dare una ragione ai fatti della tua vita.
Se io non uccido le altre persone, non è perchè ho paura della prigione, semplicemente và contro i miei valori.
Negli anni ottanta lessi un intervista ad un esponente della sinistra extraparlamentare che, pur rimanendo fedele al proprio pensiero di cambiamento ed evoluzione sociale, non aveva mai aderito alla lotta armata.
Alla domanda del perchè di questa scelta egli rispose: "La mamma mi ha insegnato che certe cose non si fanno....".
E questa secondo me è morale: aderisci ad un comportamento in massima parte condiviso anche se "istintivamente" saresti portato ad agire in senso opposto.
La MORALE, in questo caso, trasmessa dalla madre, è stata così forte da impedire al ragazzo di compiere atti distruttivi, ma non è stata una sua scelta, è stato il
carisma della madre ad
assoggettarlo a tale comportamento .
Altre persone, che hanno condiviso quel periodo storico col ragazzo, non hanno aderito alla lotta armata, perchè ritenevano la vita degli altri un valore altrettanto forte come la propria, senza bisogno di riferimenti morali. Non si uccide non perchè sia peccato o si vada in galera, bensì perchè la vita delle altre persone è importante e va rispettata: e questa è quella che io chiamo ETICA.
Detta in soldoni: la MORALE è l'insieme delle norme comportamentali che afferisce i
servi, l'ETICA è l'insieme delle norme comportamentali che afferisce gli
uomini liberi.