Sabato 16 Settembre
Ieri sera la giornata è terminata con una birra alla spina al mirabolante costo di 2€, il che ha scatenato in me la vena poetica: "Un posto dove una pinta di birra costa 2€ merita di essere patrimonio del'umanità UNESCO". Questa perla di saggezza non è stata vergata sui muri dei bagni ma su Facebook, praticamente la stessa cosa.

L'arrivo tardivo di ieri sera non ci ha permesso di visitare completamente la città di Évora, tentiamo di rimediare questa mattina ma senza grandissimo successo: è ancora presto e molti edifici sono ancora chiusi (tra questi la cattedrale che ci limitiamo a fotografare dall'esterno). Un bar in piazza ci ospita per la colazione.


Raccogliamo i bagagli e partiamo, ci aspetta un trasferimento autostradale verso la costa e Lisbona. Poco dopo la partenza inizia a piovere, prima di infilarci in autostrada indossiamo le antipioggia. L'acqua ci accompagna per tutto il tragitto. Arrivato al casello di uscita il biglietto autostradale (questa tratta non ha il pedaggio free-flow) stivato nella tasca dell'antipioggia è bagnaticcio e non entra nell'apposita feritoia. L'operatore dalla sala di controllo mi comunica qualcosa in portoghese (che ovviamente non capisco), la macchina infernale continua a ripetere di inserire il biglietto, tento di spiegare in inglese che il biglietto è bagnato finché non giunge un altro operatore che, gentilmente, mi aiuta con le operazioni di pagamento semplicemente comunicando al collega il numero del casello di entrata. Da solo non ce l'avrei mai fatta!
Finalmente uscito dal casello scopro che anche Marcello, fermo due piste più in là, aveva avuto problemi con il pagamento (la macchinetta non accettava il suo biglietto, lo sputava fuori, se non ricordo male) e che anche lui era stato aiutato dal solerte operatore.
La pioggia continua a scendere mentre attraversiamo Setubal (città natale di Jose Mourinho) verso la Serra de Arrabida dove avevamo previsto di percorrere la strada panoramica e così effettivamente facciamo, peccato che la nebbiolina in risalita dall'oceano la renda il panorama piuttosto grigio e uniforme! Ci fermiamo ugualmente per un paio di foto rimanendo con la curiosità di cosa dovesse essere col bel tempo quel luogo!

Non ci perdiamo d'animo e ci dirigiamo verso Lisbona, il tempo ora volge al bello. Attraversiamo il Ponte XXV Abril, il Golden Gate portoghese sull'estuario del Tago, e ci troviamo nella freguesia Alcântara di Lisbona diretti verso Belém che attraversiamo per portarci a Cascais.

Nella cittadina che vide l'esilio dell'ultimo re d'Italia (avenida Rei Humberto II de Itália è lì a testimoniarlo) visitiamo Boca do Inferno, una particolare formazione rocciosa che, in tempo di mare grosso, è caratterizzata dagli spruzzi delle onde che su di essa si infrangono. Oggi il mare è calmo.

Mentre scendiamo a visitare e fotografare incrociamo una prosperosa rappresentante del sesso femminile, a Marcello scappa un "tanta salute" e io che sono dietro di lui noto una smorfia a mo' di sorriso sul viso della suddetta. Non ci presto particolare attenzione e proseguo la visita all'attrazione che la natura ha donato a quel luogo (sto parlando della scogliera, non fraintendete). L'ora è consona per il pranzo e decidiamo di fare un po' di coda al chioschetto che vende cibo dopo aver trovato anche un tavolo al quale sederci e mangiare un panino. La giovane esponente della categoria maggiorate si siede, con la famiglia, nel tavolo di fianco al nostro, bastano due parole (anzi, un paio di gesti...) e capiamo che sono italiani! Timidi e riservati come siamo cerchiamo di evitare di farci riconoscere, credo con scarsissimi risultati!

La tappa successiva della nostra giornata è Cabo da Roca che raggiungiamo percorrendo, quando si può, il lungomare. La vista sull'oceano è stupenda. Il capo, punto più occidentale della piattaforma continentale europea è un luogo turistico e, come tale, è pieno di gente. Vale sicuramente la visita, non solo per l'estremo geografico che rappresenta ma anche e soprattutto per il paesaggio, le scogliere, il faro e l'oceano.


Puntiamo le moto verso Sintra, la bella strada che la collega a Cabo da Roca è un po' trafficata e ci impedisce di dare sfogo ai cavalli delle nostre due ruote. Arrivati alla città famosa soprattutto per il Palácio da Pena (che non avevamo in programma di visitare a causa delle lunghe attese anche per chi ha acquistato il biglietto online), seguiamo il navigatore sul quale avevo impostato un parcheggio defilato che ci avrebbe permesso di raggiungere la Cruz Alta, punto di osservazione privilegiato sul palazzo. Peccato che la strada pedonale che pensavo di percorrere fosse chiusa da un cancello. Dopo aver camminato fino al Miradouro de Santa Eufemia - altro punto dal quale, secondo le informazioni trovate su internet, si poteva vedere il Palacio - ed aver visto solo il panorama sulla pianura sottostante, camminiamo su una strada più in basso sempre in direzione della Cruz Alta, rendendoci però conto dell'impossibilità di raggiungerla dal punto dove ci trovavamo. Torniamo sui nostri passi. Avremo camminato per un'ora circa con tratti in decisa salita. E' ormai tardi per l'ingresso "canonico" al parco, quello che avevamo voluto evitare, per l'affollamento che lo caratterizza e decidiamo di dirigerci a Lisbona dove abbiamo l'albergo prenotato per le successive due notti. Il Palácio da Pena ci accontentiamo di averlo visto da lontano e lo rivedremo, sempre da distante, anche la mattina che lasceremo Lisbona.

L'avvicinamento alla capitale lusitana è caotico come in tutte le grandi città, un po' di coda (che ci permette però di ammirare l'acquedotto delle acque libere che attraversa la valle dell'Alcântara) e parcheggiamo sulla strada di fronte all'albergo nel Barrio Alto che ha visto tempi migliori. Poco male, abbiamo un tetto sulla testa, un letto nel quale dormire e un bagno dove farci una doccia: non ci serve altro.
Vestiti abiti "civili" ci immergiamo nella città di Lisbona. Poco distante dal nostro albergo c'è il Miradouro de São Pedro de Alcântara che domina dall'alto la città e i quartieri Baixo e Alfama. Lì vicino troviamo un piccolo ristorante dove cenare a base di pesce, ottime pietanze, cameriere simpatico e un tavolo di italiani poco distante da noi... Non c'è destinazione turistica dove i nostri connazionali non siano presenti.

Dopo cena scendiamo verso la parte bassa della città per la consueta visita all'Hard Rock café e due passi nella zona della piazza del Rossio. Per risalire verso il nostro albergo decidiamo di usufruire dell'Elevador da Glória, un tram funicolare che percorre in breve tempo il tratto in ripida salita che separa i due quartieri di Baixo e Barrio Alto, caratterizzato dalle due carrozze gialle degli anni '20 del secolo scorso con gli interni in legno inpreziositi da dettagli in ottone tipici dell'era industriale.

Una birretta al Miradouro de São Pedro de Alcântara ci predispone, come se ce ne fosse bisogno, per una sana dormita.
Km 262
Passi 1