Premessa
Perché un viaggio nasce sempre da un'idea.
A gennaio è abitudine per me e Marcello sentirsi per concordare i periodi di ferie estive, soprattutto dopo che nel 2020 le abbiamo involontariamente sfalsate di una settimana.

Succede così anche quest'anno e, in quell'occasione, Marcello mi comunica di avere un'idea per il viaggio di Settembre. Anche io ne ho una e quando l'amico pronuncia Portogallo scoppio a ridere: avevo avuto la stessa ispirazione pochi giorni prima, tant'è che avevo iniziato a buttare giù un percorso di massima!
Estendiamo la proposta agli abituali compagni di viaggio e ne riceviamo entusiastiche adesioni, peccato che il lavoro per qualcuno e un infortunio per qualcun altro facciano sì che a partire si resti in due, Marcello ed io, quelli dell'idea coordinata.

Passano i mesi, definiamo i dettagli, i luoghi da vedere, le strade da fare, decidiamo per il traghetto Genova - Barcellona all'andata per ridurre il kilometraggio e risparmiarci un po' di noioso trasferimento, progettiamo di raggiungere dapprima il sud del Portogallo, l'Algarve, per poi risalire verso nord, ci mettiamo un po' di passi sulle "Sierre" del sud della Spagna ed eccoci pronti a partire.
Sabato 9 Settembre
Il traghetto è previsto in partenza da Genova per le 17.00, l'imbarco un paio di ore prima. Ho tempo al mattino per chiudere le valigie, caricare la moto e partire con calma alla volta di Desio dove sono invitato a pranzo da Marcello. Oggi è suo compleanno, bel modo di festeggiarlo partendo per un viaggio!
Pranziamo presto e poi in moto verso Genova. Tutta autostrada, il pezzo finale della A7 ci riserva qualche piacevole curva e l'incrocio con un raduno di Lamborghini con targa svizzera. Un po' tamarre ma orgoglio dell'industria italiana (anche se ormai di propietà tedesca).

Sbrighiamo le formalità per l'imbarco e carichiamo le moto nella stiva della nave, prendiamo possesso della cabina che ci hanno assegnato (siamo troppo "anziani" per il passaggio ponte o per le sale poltrone) e ci apprestiamo a trascorrere le venti ore e mezza di traversata che ci aspettano.

Qualche chiacchiera, due passi negli spazi della nave, è la stessa che già ci ospitò in occasione del viaggio sui Pirenei nel 2019, qualche birra ad accompagnare la cena autoprodotta con "oggetto di culto" (leggasi: pane e salame) e una sana dormita cullati dal leggero rollio del traghetto. Il mare è un olio e si procede spediti.

La nave, dopo lo scalo a Barcellona, si dirigerà a Tangeri. Molti sono i cittadini del Marocco imbarcati, li vediamo tutti preoccupati e attenti alle notizie sul terremoto che ha colpito la loro terra trasmesse dal televisore dell'area bar sintonizzato su Al Jazeera. Sono i primi momenti, il bilancio delle vittime appare già tragico, si confermerà catastrofico nei giorni successivi. La forza della natura è indomabile e in questi casi imprevedibile.

Km 241
Domenica 10 Settembre
Veniamo svegliati dagli altoparlanti della nave che trasmettono un annuncio. In cabina però l'altoparlante non funziona e pertanto non capiamo cosa è stato annunciato. Visto che comunque sono le 8 di mattina, decidiamo di alzarci e di fare colazione. Chiediamo alla reception di cosa trattava l'annuncio e scopriamo che informava che bar e self service avrebbero cominciato a servire le colazioni.

Buttiamo uno sguardo verso la costa per tentare di capire dove siamo e, solo con l'aiuto della tecnologia, ci rendiamo conto di essere già di fronte alle coste spagnole. Le condizioni del mare ci hanno fatto guadagnare un paio d'ore sulla tabella di marcia. Alle 11:30 sbarchiamo sul suolo spagnolo.
Da Barcellona ci dirigiamo velocemente verso Valencia, le moto necessitano di carburante e ci fermiamo ad un'area di servizio. Non ci rendiamo subito conto che le diverse pompe offrono diversi tipi di benzina verde 95 ottani e, ovviamente, facciamo quella più cara: 1,95€/litro contro 1,75 di quella più economica. E' ora di pranzo e, visto che si prevedeva di mangiare sulla nave prima di sbarcare, abbiamo con noi del cibo. Ad una prima occhiata non vediamo tavoli da pic-nic e quindi ripartiamo. Ci rendiamo conto che erano presenti solo quando ormai siamo sulla corsia di accelerazione. Poco male, ci fermiamo all'area di parcheggio successiva che si trova nei pressi di un acquedotto risalente all'epoca romana battezzato "pont del diable". Chissà se anche per questo vale la stessa leggenda di quelli italiani, francesi e svizzeri che ho già visto?

La comoda autopista spagnola (autostrada gratuita) ci porta a Valencia non prima di aver fatto una sosta per dissetarci dato il caldo che abbiamo incontrato. Abbiamo prenotato un albergo dalle parti di Mestalla (la zona dello stadio del Valencia), un po' di cinema per parcheggiare dapprima sul marciapiede di fronte all'hotel e successivamente in un garage coperto non così semplice da raggiungere e, scopriremo domattina, anche piuttosto caro, il tempo di una doccia e ci lanciamo nella movida della città spagnola.


A piedi raggiungiamo la Ciutat Vella (città vecchia, centro storico) e, dopo una tappa d'obbligo all'Hard Rock Café, dove Marcello fa spesa in t-shirt, e un breve giro per la città (piena di turisti, molti italiani), ci concediamo una paella e sangria.

Dopo cena è un pub irlandese in Plaça de la Reina ad ospitarci per un paio di birre Murphy's rosse veramente notevoli e la partita Galles - Fiji del mondiale di rugby appena iniziato nella vicina Francia.
A letto presto che domani ci aspetta un lungo trasferimento con un po' di "movimento".
Km 370
Miglia nautiche 350 (tra sabato e domenica)