Spesso guidare una moto significa adattarsi alla moto stessa. Fa parte del "capirla" acquisendo nel tempo quel feeling essenziale per ben condurla, magari anche su pista.
Credo che esistano due categorie di piloti (chiamo pilota anche chi non lo è propriamente per professione, bensì per pura passione). Una è quella dei pignoli tecnicisti ed esigenti (forse i più professionali?) i quali pretendono una moto regolata a puntino e che si adatti lei, alle loro capacità (che a volte appaiono un po stereotipate).
Poi ci stanno gli altri, gli animisti, quelli che con la moto ci parlano, che la rispettano, che cercano di comprenderla e quindi, necessariamente, vi si adattano.
Oggi il moderno andare in moto lascia meno spazio alla fantasia, riguardo a posizioni, trasferimenti di carico (del corpo) posizione e traiettorie. Le scuole di pilotaggio, soprattutto, tendono a mortificare estro e creatività in tal senso.
Nei tempi passati esistevano grandi campioni che il loro stile di guida lo hanno reinventato: Kenny Roberts, Rendy Mamola, Valentino Rossi, Kevin Schwanz, ed altri ancora, più legati però ad un passato che non me ne fa ricordare i nomi.
Mi viene in mente, di quel passato, Tazio Nuvolari, tra i personaggi mitici, poco convenzionali, e da noi distanti temporalmente oramai ben più di una vita.
Piloti che adattavano le loro misure ed il loro peso alle forze ed agli equilibri che un trabiccolo di allora, in gara tra curve e cordoli, imponeva.
Oggi dicono che le tipologie e gli stili sono generalmente raggruppabili in quattro fondamentali. Se è per questo dicono tante cose.
Sono convinto che molti di noi hanno modificato qualcosa nel proprio stile e forse nell'esuberanza irragionevole del proprio "carattere" alla guida di questa, o quell'altra moto.
Di conseguenza sono curioso di sapere cosa. A volte è un inezia, un particolare microscopico ad un analisi esteriore, ma con grandi effetti. A volte, invece, il cambiamento nello stile è macrospopico, magari adottato per necessità.
Io per esempio non mi trovo a fare scivolare il bacino e ad aprire il ginocchio. Con questa mia moto trovo che sia più efficace sbilanciarsi col peso in avanti, poggiando quasi sul serbatoio, e anticipare le pressioni sul manubrio spostando l'intero busto ad assecondare la piega che verrà.
Ovviamente non sono un campione ed un mio stile poco canonico non è da prendere come esempio, ma questo non c'entra con la curiosità di capire cosa avete reputato modificare, come vi ha modificato, e che tipo di motociclista reputate d'essere: pignolo tecnicista, o un arioso artistico animista'?
