Capita a volte che i personaggi dei romanzi si incontrino nella realtà per ricordarci che la finzione è più vera del vero. Così ai moschettieri di Dumas si è aggregato un personaggio di manzoniana memoria: l'innominato che nel teatro del tinga preferirei chiamare l'innominabile.
Questi, paladino d'amor cortese, dopo le eroiche imprese per la conversione della redhead di monza si è presentato, motonave munito per traghettare verso i lidi imperscrutabili della motanità la pulzella di cuneo: nulla fu più esaltante per la giovine che questo battesimo motociclistico in groppa al decano elica dotato.
Poi c'era Milady, non sappiamo se contrassegnata dal marchio dell'infamia come nel romanzo francese ma sicuramente prossima dark lady del canarino suzuki. Ha fatto rimpiangere il Magallo di non aver cambiato la gomma, peccato originale ma ancor più grave perché condiviso con il compagno di marca nonché giovane ronzino Kavaduke: Ma che bella la passionalità di una ciliegia duracina languidamente abbraciata al suo bruco! Quasi l’effetto 3d di un cartone animato.
Che in realtà di animato aveva ben poco sol che si pensi agli esiti nefasti di un copertone ridotto a telo mimetico in un campo estivo di boy scout. Per loro, testimonial kavasaki, è rimasta la mesta coperta del rientro ad andatura ciclistica.
Ma nella Roja ci raggiunge Idrico con intenzioni non certo da outsider e sarà l'unico a far rabbrividire l'aquila arancione in lunghe ruote solenni sui tornanti dell'Escarène, mentre il fido scudiero Asco entra al 90° per la squadra Ktm.
Qualche cablatura di troppo la pausa pranzo, qualche mescita un po' troppo arrischiata tra il rosé annacquato (cave du var!!?) e la sauce bernaise distesa a coprire l'inqualificabile rognon de veau. La cucina sbaglia forte quando si sbaglia! Solo Dume si sentiva a suo agio col cappello a torre Eiffel e siamo sicuri che l'avrebbe costruita davvero.
Il resto è una giornata davvero riuscita; il pomeriggio ad organico ridotto divoriamo la strada di Contes: una teoria di curve e controcurve vigilate dal sorriso solare delle ginestre, ci affacciamo sul balcone di Peille, piccola perla protesa alla contea di Nizza, e tosto la grand corniche ci regala panorami mozzafiato sul Principato.
La risalita del Tenda segna il potere austriaco mentre l’Innominabile all’inseguimento dei due “bravi” fa un tutt’uno di borse e asfalto. Alla galleria ci salutiamo: Igna si dichiara “un po’ stanco”; di straforo osservo il sellino posteriore della motonave, non oso descriverlo ma provo un fotogramma di pietà per la giovin pulzella.
Poi mi viene di nuovo l’acquolina in curva…



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