hanno ha scritto:
Apprezzando il coraggio che ti ha fatto fare questa scelta ed anche che tu abbia voluto rendercene partecipi; ritrovando (sbaglio ?) una notevole disillusione tra le tue parole, ti saluto come un caro amico MA non posso non dirti che, una semplice stradina, poco più larga della moto, tra le valli tirolesi ti ripaga di tutte le ansie, di tutti gli occhi spalancati e di tutto il pessimismo che ora ti ha sopraffatto...
Non sbagli caro Hanno: il termine corretto è disillusione. Inoltre: penso che il grado di civiltà di un paese si possa misurare analizzando i comportamenti tenuti dagli utenti della strada. Da questa premessa credo si possa affermare che l'italica penisola è un paese abbastanza incivile.
Sono stufo di dovere affrontare l'inciviltà sulla strada. Già devo fare fronte a certi comportamenti alla posta, al ristorante, in discoteca o in spiaggia.
A volte mi è capitato di guardare delle persone alla guida, dagli atteggiamenti ho provato a pensare cosa gli stesse passando per la testa in certi istanti.
Ecco alcuni esempi:
- "Ho il SUV da 50K€, sulla strada posso fare quello che voglio... tanto sono grosso... al massimo si fanno male gli altri" (il cafone arricchito negando una precedenza)
- "Meno male che il papi mi ha regalato il nuovo Mercedes SLK da 200CV a 18 anni... così posso fare il fighetto con gli amici... va' come corre questa macchina se schiacci l'acceleratore" (il figlio del cafone arricchito uscendo dal garage)
- "Dov'è già che ho messo le sigarette? Saranno nel cruscotto, aspetta che ci do un occhiata... uff squilla pure il telefonino, ora rispondo. Ciao Ale, si vengo a fare l'aperi..." BOOOOM "Da dove cavolo è sbucato questo con la motoretta?!? Aspetta Ale, ti richiamo tra 5 minuti perché ho messo sotto uno..." (La distratta)
- "è arancione (sono già in ritardo... non volgio litigare anche questa sera...), dai che ci passo, vai! vai! vai!" Passaggio in rosso pieno a velocità ultrasonica. (Il possibilista, cosa vuoi che succeda?)
Ne avrei a tonnellate...
hanno ha scritto:
Io continuo a rischiare la vita anche senza moto, senza "andarmela a cercare", per mille motivi, mille possibili incidenti, malattie, etc...; ma per il fatto di essere semplicemente nato (e non per mia scelta... ovviamente...) sono comunque destinato, prima o poi a morire... Bertrand Russell (che non era un fesso...) diceva che la vita è l'unica malattia certamente inguaribile... a ciascuno di noi sta la scelta di cosa fare in attesa di QUEL momento...
...
Sai, è un paio di mesi che non ho più la moto... mi sento leggero, felice... la cara passione motociclistica stava diventando una presenza troppo ingombrante nella mia vita (sempre più carica di responsabilità...).
Prima la moto la sentivo dentro, la vivevo in pieno. Ultimamente si era rotto quel legame d'amore: come in una relazione tra persone, non mi sentivo più a suo agio con lei. Non perché il problema fosse le. Il problema è sempre stato l'ambiente circostante: gli altri. Non sai quante volte, metre ero in sella, mi è capitato di pensare: "meno male che sono arrivato lento", "per un pelo", "potevo essere io", "mi è andata bene", "guarda questo, a momenti mi ammazzava", "ma dove sta guardando quello li?" e via discorrendo.
Nel contempo ho tolto una grande preoccupazione alle persone per le quali sta a cuore la mia vita. Questo è impagabile. Vivo a contatto con persone che hanno già sofferto tanto, troppo: non voglio più mettere in conto una mia possibile dipartita per una mia passione. Non distruggerei solo la mia vita, anche la loro.
Si cresce, si cambia, si fanno delle scelte. Vivrò altre passioni, altri momenti, altre gioie.
è bello condividere il proprio pensiero.
Grazie a tutti.
Gian