Concordo sulla spiegazione del termine "giapponese". Forse il termine è fuorviante, ma sta ad indicare la mancanza di forti emozioni ed irrazionalità trasmesse dalle Ducati attuali. Belle, ma nate per piacere a tutti. Semplici ed abbordabili. Puri oggetti da mercato del consumo. La bontà tecnica resta, la bellezza pure, ma a parte l'Hyper personalmente non acquisterei nessuna nuova Ducati.
Ciò permetterà di fare numeri, anche grossi, ma nel breve termine. Nel lungo periodo si rischia di creare dei problemi: modelli che possono stancare dopo qualche anno; insoddisfazione dei ducatisti che si vedono sostituito un prodotto poco dopo il notevole esborso di denaro; la volatilità di consumatori non intimamente legati alla Ducati, ma al semplice fatto che avere una moto con quel brand significa cavalcare un trend, far parte di una elitè, essere fighi insomma
(in giappone ad es. negli ultimi tempi il mercato si è spostato in tale direzione: chi acquista Ducati oggi non necessariamente è interessato alle prestazioni o alla qualità del prodotto, ma al suo fascino sociale
). Certo, tutto questo fa mercato: ma quanto durerà? E' logico scontentare e deludere i grandi appassionati (quelli che oltremodo sono sempre lì malgrado tutto, quelli che hanno sostenuto l'azienda anche quando le moto non erano affidabili e non erano così famose) in cambio di nuovi consumatori non fidelizzabili?
Io non faccio l'imprenditore, e si vede
, ma non penso sia così necessario guadagnare sempre di più. L'importante non è essere in positivo?
Le moto del periodo 1993 (Monster - 916) / 2006 (fine del 999) non nascevano per piacere a tutti. Nascevano dalla passione di chi le pensava e le voleva fortemente. E si vede. Una mano ispirata dalla passione corre via veloce, decisa, visionaria, disposta ad assumersi rischi e responsabilità. Una mano ispirata dal marketing non è fluida, ma incerta, mediocre o mediana, tendente a pescare nel già visto, paurosa di sbagliare.
Le moto di Tamburini, Galluzzi, Terblanche sono tutte legate da questo minimo denominatore. Poi ognuno ha il proprio stile, la propria filosofia . . . i propri appassionati.
Ripeto ancora una volta che la 999 per me non ha fallito perchè è nata per essere rivoluzionaria è lo è stata, è nata per creare un nuovo modello interpretativo della moto da corsa e lo ha fatto, è nata per assorbire le nuove tecnologie e lo ha fatto. I numeri di vendita non sono un metro di giudizio affidabile e meritocratico: se così fosse in Italia la Pausini sarebbe più brava di Capossela!
E' chiaro che un'azienda debba farci i conti, ma non restarne imprigionata.
PS: non avevo pensato alla borsetta portadocumenti interna alla carena. Certo, non fa testo! E sulla mia non c'è più. Avendo le carene in carbonio i documenti stanno bene nella giacca
Ma non è una critica. Sinceramente non mi importa che non sappia dove mettere i documenti. le moto mi piacciono così. Grezze e scomode. Senza tanti compromessi. La Mhe900 ad esempio ha il tappo benzina senza chiave. Bellissimo! La mia pure. Come faccio quando la lascio in giro? Non la lascio . . .