ho letto belle cose da molti di voi e adeso vi dico coem la vedo io (che palle un'altro).
io sono convinto che molte delle passioni che l'uomo si crea sono dei riempitivi per dei vuoti (mancanza di compagnia femminile piuttosto che mancanza di amicizie) spirituali che uno ha nel tentativo di trovare una propria dimensione.
è vero anche che la propria dimensione nel tempo cambia e le esigenze sono diverse, ma sono convinto che la stessa passione dell'andare in moto può essere vissuta in maniera molto diversa, andare in pista o passeggiare cambiando bene le marce e godendosi qualche ripresa magari con un panorama bellissimo, ma quello a cui tutti un pò arrivano e domandarsi che senso ha il tutto!
mi spiego con due episodi:
un giorno in pista a vallelunga un ragazzino stava sul bordo rettilineo, col padre estasiato nel vedere le moto.
ad un certo punto lui si guarda il padre e gli chiede: papà, ma dove vanno?!
un amico di mio padre molto ricco, ma senza figli e purtroppo anche separato, sel'è divertita e si comprava le macchine di quà, le moto di là, le usava anche e se le godeva, ma ad un certo punto mentre esaltava le doti della propria macchina con mio padre (che è molto appassionato) gli svela "tristemente" che sebbene lui abbia tante cose e tanti mezzi con cui divertirsi e possa fare vacanze a destra e a manca, si sente comunque di non avere nulla e gli svela di essere invidioso di lui perchè ha 3 figli (che gli creano dei casini bestiali) e quindi alla fine lui ha molto di più....
queste sono due episodi che fanno riflettere, il primo perchè dall'innocenza di un bambino è venuta fuori una considerazione che avrebbe potuto fare un saggio e nel secondo caso perchè spesso l'esigenza di essere iperattivi è un segno di disagio o un colmare dei vuoti che non possono essere riempiti.
questo l'ho detto per significare due cose:
nel tempo ci poniamo domande diverse e diamo valori diversi alle cose e potrebbe essere che il nostro amico si senta uno scemo a girare sempre in pista stando sempre lì....per di più con la consapevolezza di potersi fare male magari avendo anche delle responsabilità nella vita di tutti i giorni.
e poi che secondo me la migliore cura è quella di fermarsi un attimo e capire, magari con l'aiuto di uno psicologo, quali sono i punti da chiarire nella propria vita.
non tutti riescono a gestire questi dubbi che si hanno nel tempo e l'aiuto di uno psicologo può spesso renderci consapevoli della nostra situazione e farci accettare qualcosa che magari non ci va giù su noi stessi.
non sono considerazioni mirate, ma volevo solo farvi ragionare su questi ulteriori aspetti.
sono sicuro che in questo modo si possa ricominciare a vivere le proprie passioni come una volta o trasformarle ed apprezzarne sfumature diverse.
un augurio grande grande a tutti quelli che si sono stufati! (certo che non rompersi mai delle stesse cose è dura)
