Volevo aprire un topic di riflessione per quanti, come me, prima che essere customisti hanno fatto una lunga esperienza da smanettone.
Con il termine smanettone non intendo necessariamente chi ha posseduto moto sportive e non è neanche riferito alle doti di guida in se.
Per me l'atteggiamento dello smanettone è quello del motociclista che prova la maggior parte del piacere nella competizione, con se stesso e con gli altri.
In genere chi vive la moto così predilige le sportive e dopo un cammino più o meno lungo finisce per comprarle, ma la moto non è importante.
Ho visto gente corrosa dall'istinto competitivo, correre con il coltello tra i denti anche con un gs, con una tdm e persino con le custom.
E' un aspetto del mio Cv motociclistico di cui non vado fiero, perchè se è vero che nella competizione e nell'adrenalina non c'è nulla di male in se e per se, è però vero che quasi sempre lo smanettone sfoga questi istinti in strada. Se anche può permettersi di andare in pista comunque continua a sfogarli anche in strada.
Circa un anno fa ho avuto una profonda crisi di riflessione. Per la prima volta dopo sette anni riuscivo ad accettare il fatto che mi identificavo nelle mie capacità di guida, che mi sentivo migliore degli altri se andavo più forte degli altri, che della moto e del piacere di guida non me ne fregava quasi più niente... semplicemente la moto mi dava soddisfazione se andava più forte di quella degli altri.
Alcuni spiacevoli fatti accaduti a degli amici e la nascita di mia figlia mi indussero a prendere una decisione drastica: non avrei più ceduto all'istinto competitivo per la strada.
Va da se che nel momento in cui presi questa decisione, tutte le caratteristiche che rendevano fantastica la mia gsx-r 750 diventarono improvvisamente dei limiti. Di colpo sentii quella moto come estranea, non riuscivo a capirla. Proprio lei con cui avevo bastonato parecchi 1000 quattrocilindri..... per non parlare dei ducati 999 (le 1098 ancora non c'erano) proprio lei che mi aveva dato tanto.
Paradossalmente, quella che era (ed è ancora una rinuncia) si è rilevata anche una liberazione. Finalmente libero dal complesso di dimostrare "chi ce l'ha più lungo" ho potuto pensare solo alle moto privo da condizionamenti. Ero libero di scegliere anche una moto che non andava forte, che non era il riferimento tecnologico del suo settore, ecc. Potevo però scegliere la moto che mi divertiva di più , che mi dava più piacere di guida, per non parlare del paicere estetico e uditivo.
Quasi senza accorgemene scelsi la sporty e col senno di poi non me ne stupisco più di tanto: è un cerchio che si chiude, è il ritorno al mio primo amore... quella red rose 50 del mio compagno di scuola che a 15 anni mi aveva fatto impazzire.....
Adesso posso dire che vado molto più piano ma che mi diverto di più. Inserire correttamente in curva a 80 all'ora il mio dinosauro che pulsa e che tuona mi da più soddisfazione del fare la stessa curva a 130 con il ginocchio a terra.
A voi può sembrare banale, ma solo chi è stato un vero smanettone dentro e magari ha posseduto una delle moderne supersport può capire quanto questo passaggio siano faticoso e difficile, ma LIBERATORIO.
Ancora adesso quando esco con degli amici smanettoni mi manca un pò il sapore della sfida e non è facile sopportare tutti gli sfottò
ma sono soddisfattissimo della mia moto e orgoglioso della mia scelta.
Mi piacerebbe sapere chi di voi ha vissuto percorsi simili al mio, come se l'è cavata e come vive l'astinenza dalla competizione.
PS: adesso quando abbraccio mia figlia sorrido penso....si! ripeterei questa scelta mille volte!!!!!
