Oggi ero andato a fare un giro, quando sulla strada del ritorno, mentre stavo sorpassando una macchina sento TLACK...la manopola del gas gira a vuoto. Non ci voleva certo un meccanico per capire che si era rotto il filo dell'accelleratore, e purtroppo non avevo attrezzi dietro, arrivo per inerzia ad una piazzola e lì scendo dalla moto ed inizio ad arrovellarmi su come avrei potuto fare per cercare di tornare a casa(stavo ad una trentina di km dal mio paese).
Provo a smontare il blocchetto con la chiave di casa ma si rompe, le speranza vacillavano:gia mi vedevo costretto a chiamare un furgone, oppure spingerla fino ad un meccanico(certo il 1° maggio sarebbe stato difficile trovarne uno aperto) ad un certo punto sento però un rumore di bicilindrico in avvicinamento: passa sulla strada una custom dell'honda molto vecchia con 2 persone a bordo, mi guardano ma proseguono avanti...gia li stavo maledicendo quando sento che dalla curva da cui erano spariti ricompaiono seguiti dal borbottio del loro bicilindrico.
Si fermano chiedendomi cosa non andava, spiegatogli il problema scendono e tirano fuori dal sottosella una vera officina: una cassetta con chiavi, brugole, cacciaviti, fascette, ed in pochi minuti riescono ad "accroccare" una maniglia direttamente sul filo dell'accelleratore, cosìcche, dopo averli ringraziati e salutati, riesco a tornare lentamente a casa ( anche se con il pollice destro livido per il movimento innaturale che ho dovuto compiere).


Pure se il ritorno è stato lentissimo e stressante penso che sia stata davvero un'esperienza emozionante: in questo forum dove spesso si parla della scarsa solidarietà che cè ormai tra motociclisti(vedi il saluto tra centauri spesso non corrisposto) devo spezzare una lancia in favore del vecchio spirito motociclistico: ci si aiuta sempre tra centauri(e sinceramente non sò se un gruppo di supersportive si sarebbe fermato a soccorrermi..)



