Premessa
I programmi per il 2020 erano altri ma la pandemia ci ha messo lo zampino ed ha stravolto i piani.
Verso Maggio, con le prime timide riaperture, con Marcello si decide che, visto che le ferie di Giugno erano comunque più o meno confermate, si poteva organizzare un viaggetto.
La meta, complice anche la chiusura delle frontiere, è presto decisa: si resta in Italia e ci si spinge verso le regioni centrali che a me mancano completamente, Marcello le ha già visitate ma, sicuramente, troverà percorsi inediti da mischiare a strade che ha piacere di ripercorrere.
Dapprima si prevede di partire nella terza settimana di Giugno, problemi lavorativi ci obbligano a scegliere la quarta. Con il senno di poi possiamo dire di avere azzeccato il periodo, è stata la settimana più asciutta di questo insolito piovoso mese di inizio estate.
La compagnia di viaggio è formata, questa volta, da solo due persone: Marcello ed io, gli altri consueti compagni di avventura hanno inderogabili impegni.
Definito il percorso, scelte le tappe, non ci resta che fare i bagagli e partire.
Sabato 20 Giugno
La prima tappa è decisamente lunga, considerando che la panoramica di Gabicce che abbiamo intenzione di percorrere è interdetta al traffico la domenica mattina, abbiamo deciso di farla il sabato sera e di pernottare a Pesaro. Tra passi e passettini però sono quasi 700 km. Il ritrovo è fissato per le sette del mattino all'area di servizio San Zenone. Arrivo con qualche minuto di ritardo e Marcello è già lì che mi attende. Devo ancora fare colazione, una brioche al cioccolato e un orrendo cappuccino servito in bicchiere usa e getta è quello che offre l'autogrill. Mi accontento. Ci spariamo le due ore di autostrada fino a Sasso Marconi cercando di non cedere alla noia, usciamo al casello e tentiamo di sistemare i navigatori: il mio cerca in tutti i modi di farmi rientrare sulla strada a pedaggio, quello di Marcello si rifiuta di calcolare il percorso: andiamo bene! Trovata una soluzione, non ci resta che rifornire (sono in riserva) e cominciare con la parte divertente della tappa odierna. Risaliamo la val di Setta e già al primo paesino (Vado) ci troviamo a deviare dal percorso definito per un'interruzione stradale; poco male, la deviazione non ci impedisce di raggiungere il primo passo di giornata, Madonna dei Fornelli, sicuramente non è lo Stelvio ma comunque qualche curvetta ce l'ha riservata. La discesa ci porta per una strada stretta ma ben asfaltata a Pian di Balestra (altro passo) e quindi a Castel dell'Alpe dove la memoria (non solo la mia...) va irrimediabilmente al mio primo TWT e al "vagabondaggio" by TDMonza fatto per raggiungerlo che prevedeva la sosta a mangiare le crescentine da Otto e Faby. Qualche curva e siamo sulla strada che porta alla Raticosa, il percorso non prevedeva di passarci ma, quasi senza accorgerci, ci troviamo al passo caratterizzato dal famoso "Chalet". Proseguiamo verso il colle di Canda, quindi il poco conosciuto e non segnalato colle della Ravignana. Un bivio e un dubbio, da quale parte andare? Propendiamo per la strada più corta ma, appena dopo, mi faccio tentare da una strada ben asfaltata in discesa che, nel volgere di poche curve diventa sterrata: evidentemente non dovevamo passare di qui! Siamo finiti sulla strada di servizio ad una delle finestre del tunnel ferroviario dell'alta velocità sulla linea Bologna-Firenze. Torniamo indietro e riprendiamo la retta via (che tanto retta non è...), passando per stradine che su street view risultano ancora sterrate. Devono aver asfaltato da poco, siamo quasi nel mezzo del nulla, solo qualche podere ad interrompere l'aperta campagna, boschi in lontananza mandano profumi di resina che mi fanno ricordare le estati dell'infanzia. Scendiamo nella valle del Santerno per riprendere a salire subito lungo la strada della Faggiola fino a quello che a tutti gli effetti è un valico: niente tabella, scendo comunque dalla moto per fare una foto, c'è una cartina del distretto cicloturistico sulla quale cerco di orientarmi. Marcello mi chiede che passo sia, inizialmente rispondo che non lo so, salvo poi accorgermi che ad altezza occhi, scritto in carattere ben leggibile c'è scritto Valico del Paretaio. Un passo nuovo per me, già percorso da Marcello.

La discesa verso Palazzolo sul Senio è bella tortuosa, le facciamo seguire la salita al Passo Carnevale quindi la discesa a Marradi, il passo di Monte Beccuggiano, il valico della Collina, Tredozio e, una volta giunti a Modigliana, ci sembra ora di mettere qualcosa sotto i denti.

Siamo in Romagna, cosa c'è di meglio di una buona piadina per placare la fame? Trovato un posto dove lasciare le moto e un bar che facesse qualcosa da mangiare ci dedichiamo al nostro sport preferito dopo il mototurismo. Mentre mangiamo ci rendiamo conto che il percorso studiato inizialmente ci farebbe arrivare a destinazione troppo tardi e decidiamo di dare una sforbiciata a qualche passo. Rifocillati ripartiamo alla volta del passo del Trebbio, giungiamo nei pressi di Castrocaro (sede di un famoso concorso per giovani cantanti) e passiamo dalla valle del Montone a quella del Rabbi svalicando su una modesta altura alla quale nessuno ha pensato di dare dignità di passo.
Ci aspettano ora il passo Rocca delle Caminate, la discesa a Meldola e il valico di Montecavallo. L'asperità successiva è il valico della Musella: i navigatori, coalizzati, ce lo fanno percorrere ad andata e ritorno dal lato sud (da Sarsina) dopo averci fatto percorrere un pezzo di E45. Ritorniamo a Sarsina e ci inerpichiamo verso il valico Barbotto e il passo del Grillo per portarci verso San Leo e godere del panorama sulla rocca che fu prigione di Cagliostro.

E' ora il momento di sconfinare, almeno anche in questo viaggio potremo dire di essere stati all'estero: San Marino, dove Marcello ha scovato ben tre passi, il primo (Valico della Casetta) su una strada sterrata e non facilmente identificabile, il secondo (passetto Fiorentino) con indicazione di coordinate che non corrispondevano al reale valico (che, ho scoperto una volta arrivato lì, avevo già percorso lo scorso anno) e il terzo (Valico di Ca' Vagnetto) con una bellissima vista sulla riviera romagnola e sul mare. Approfittiamo dei prezzi un po' più economici di quelli italiani per rifornire di benzina e ci portiamo, con anche un pezzo di autostrada, verso Gabicce per percorrere la panoramica. Gli scorci sul mare offerti da questa strada sono bellissimi, anche l'alto Adriatico ha i suoi luoghi pittoreschi, ci fermiamo a scattare qualche foto.

Pochi chilometri e siamo a Pesaro, prendiamo possesso della camera d'albergo e ci dedichiamo alla cena.
Al mio "sai cosa avrei voglia di mangiare stasera?" Marcello risponde sicuro: "pesce" al che, in dialetto piemontese con successiva traduzione, gli rispondo: "se fossi una donna saresti da sposare!". Troviamo un ristorantino sulla spiaggia che però non ha posto (causa Covid e prenotazione per un compleanno è tutto occupato), dirottiamo su un secondo nella stessa via dell'albergo dove mangiamo bene ad un prezzo onesto. Dopo cena ci concediamo quattro passi verso il centro dove troviamo una folla di gioventù perlopiù locale in giro e assembrata come se il covid non ci fosse. Sarà la leggerezza dei vent'anni!


Km: 669
Passi: 19 (17 inediti per me)