29 Febbraio, un giorno che cade ogni quattro anni, se serve (ma serve?) un evento speciale per organizzare un giro in moto, questo lo è di sicuro.
Quest'anno il 29 è anche di sabato ed è una più che buona data per iniziare la stagione. L'inverno è stato piuttosto mite e molti non hanno nemmeno sospeso l'assicurazione. Io sì, più per "abitudine" che per reale maltempo.
Le previsioni sembrano non mettere proprio bello ma, leggendole attentamente, si rischia di prendere acqua solo al rientro.

Ci troviamo infine in tre. Qualcuno suggerisce "il buono, il brutto e il cattivo" attribuendomi generosamente la qualifica di buono

Il tempo di un caffé e rimontiamo in sella, ancora pochi km di autostrada e altrettanto pochi di superstrada e facciamo pausa rifornimento. Il primo distributore stava riavviando i sistemi in seguito ad un black-out quindi decidiamo di proseguire e al secondo troviamo carburante ad un prezzo praticamente economico.

Da Vigano San Martino inizia il percorso divertente. Saliamo ai colli di San Fermo, strada con la giusta dose di curve che avevo percorso anni fa, e ci portiamo fino su al piazzale Virgo Fidelis, caratterizzato dalla cappella dedicata alla protettrice dei Carabinieri oltre che da una vista panoramica molto suggestiva. Emanuele ci sorprende estraendo dal bauletto del "panzer" un drone con il quale scatta foto panoramiche e di gruppo.



... meno male che avevo detto a Salvo di mostrarci il suo lato migliore...

Scendiamo verso il lago d'Iseo passando per Adrara San Rocco e Adrara San Martino arrivando a Sarnico dove, complice un'anda e rianda non proprio ortodosso (avevo impostato un punto di passaggio nel posto sbagliato) e un'inversione in rotonda, Salvo si rende conto di avere le gomme molli. Alla rotonda successiva ci fermiamo a dare un'occhiata ma veniamo distratti dalle rotondità di una Venere callipigia dedita allo jogging


Ci aspetta la sponda destra del Sebino, strada - che ho percorso per la prima volta solo pochi anni fa - molto bella, motociclisticamente parlando, peccato per l'eterno cantiere con semaforo nei pressi del cementificio di Tavernola.
Giungiamo quindi a Lovere e da qui a Pisogne dove imbocchiamo la, per me inedita, Val Palot. Per i primi chilometri la strada sale piacevole fino a Palot, dove mi rendo conto di aver "ciccato" un bivio poco più sotto e di aver pertanto mancato il passaggio per Passabocche che invece volevo fare.
Proseguiamo verso il colle di San Zeno. In cima fa freschino e lì mi ricordo perché non amo andare in moto d'inverno: ho le mani congelate...
Le precauzioni per il coronavirus ci hanno fatto propendere per il pranzo al sacco (onde evitare successivi pranzi al Sacco (con la maiuscola), ha commentato qualcuno dell'area milanese), di sicuro la temperatura non invogliava ma, stoici, abbiamo consumato i nostri panini di fronte al rifugio Piardi dove in seguito siamo andati a berci un té caldo per "rinfrancar lo spirito".

Dopo aver apprezzato il panorama che spazia dal vicino monte Guglielmo al Giogo del Maniva, riconoscibile in lontananza grazie alle antenne della ex stazione NATO Troposcatter, ci accingiamo a scendere verso la Val Trompia che raggiungiamo a Lavone e scendiamo fino a Gardone Val Trompia per poi salire verso Polaveno per la sempre piacevole strada del passo dei Tre Termini


Grazie ai miei compagni di viaggio e scusate per le foto "storte" ma non riesco a raddrizzarle