Il titolo non è dei più accattivanti...lo sappiamo bene, le tappe non sono quello che conta di più in un viaggio in moto.
Ho deciso quasi all'ultimo di sfruttare un venerdì libero per un giro in solitaria, giusto la sera prima ho congegnato una due giorni di curve, volevo esplorare posti già conosciuti ma poco vissuti (magari visti di passaggio, o da piccolino) e soprattutto poco girati in moto (e ho ormai capito che questo è per me un ottimo modo per poter conoscere davvero i luoghi che si attraversano). L'idea iniziale del viaggio "completo" era questa:

Da Pavullo, dove ho un valido appoggio, avrei poi proseguito il giorno dopo in un inedito e alquanto ardito "giro del Frignano" alla spera, senza pianificazione, armato di cartina e di purtroppo vaghi e lontani ricordi di anni e anni a zonzo per l'Appennino coi miei genitori, nonni, zii e cugini vari. Per una serie di motivi, questa parte l'ho rimandata all'estate (così ho la scusa per un nuovo report tra qualche settimana).
Partenza alle 7:00 in punto, cielo terso, sole già spuntato dall'orizzonte.
Per Lavagna, mèta di vari miei giri precedenti, ho scelto l'opzione Trebbia perché ho sempre fatto la Val d'Aveto e il passaggio per il Brallo mi è stato più volte consigliato come valida alternativa. Quindi prendo per Pavia e poi Voghera, zona di antiche casupole di poveri nobilotti lombardi, alcune delle quali tenute veramente, veramente bene:

La strada che da Varzi sale al passo e poi si riallaccia alla SS45 è purtroppo in cattive condizioni e non mi permette di godermi le curve, probabilmente tra qualche settimana il manto sarà rifatto, e allora ne varrà senz'altro la pena.
Ripresa la SS45 verso Genova, la abbandono a Montebruno per dirigermi verso Chiavari. "Taglia salendo a Barbagelata, fatti la Scoglina che c'è un panorama stupendo":


Mi fido.
Visibilità 20m, piove da sotto, fa un gran freddo e tira vento (in cinque minuti di numero, una innocua nuvoletta a batuffolo si trasforma quel tantino - capita, in montagna, e non è "tutta colpa del Turchino"); così, per tenermi un po' di caldo scendo al minimo cantando a squarciagola "San Martino" di Fiorello/Carducci:
Link a pagina di Youtube.com
A metà discesa, si intravede qualcosa del panorama, ed effettivamente con cielo sereno dev'essere una goduria: anche questo sarà appurato alla prima occasione.
Proseguo verso il mare e le nuvole si interrompono poco prima di raggiungere Lavagna, sulla Aurelia il cielo torna sereno e l'aria si riempie di un incredibile profumo di gelsomino, misto a quello del mare.
Le curve sulla SS1, sempre più deserta man mano che si allontana dalla costa, sono SPETTACOLARI, non l'avrei mai pensato, superato il Bracco torno verso il litorale e mi fermo per una foto a Bonassola di fronte alle case delle amiche milanesi (le classiche bauscia!



Purtroppo niente camioncino, ma ripiego su una buona farinata appena cotta e su un frappé al cioccolato.

Mentre consumo il lauto pranzo decido di rimandare il giro del Frignano dell'indomani e scelgo di tornare a casa puntando a Reggio Emilia; avrei fatto volentieri le Apuane verso il passo delle Radici, uno dei miei itinerari preferiti, ma, un po' per le vicende di questi giorni (la frana nella cava e le manifestazioni degli operai), un po' perché il Cerreto fa parte di quei "vaghi ricordi" di cui sopra e perché ho deciso che dev'essere un giro di novità, opto per quest'ultimo.
L'aria di mare (o forse lo stomaco pieno?) porta il mio neurone sinistro - quello poeta - a pensare a quante cose sono già successe dalla partenza, a quanti luoghi, già visti o del tutto nuovi, mi rimarranno in mente, alle avventure "che non ti vai a cercare", che ti arrivano addosso semplicemente "facendo un giro", percorrendo chilometri di asfalto. Ed è bellissimo.
Con la ormai radicata consapevolezza che un giro in moto non è solo "un giro", verso le 15 supero La Spezia, ad Aulla devio dalla SS62 della Cisa (altro itinerario di "vaghi ricordi" da rifare appena possibile) e percorro la SS63 fino a Cerreto Laghi.
...divina.

Asfalto perfetto, curvoni aperti e ben visibili (così sai quando puoi "osare in sicurezza" e provare a impostare una curva con quel qualcosa in più che ti permette di migliorare), pochissimo traffico (non sono sicuro della stessa cosa durante il week-end...) e paesaggio incredibile (si sale tra le Apuane e l'Alpe di Succiso, ancora innevato, si scende con il Ventasso e la Pietra di Bismantova, sempre particolarissima).
Verso Reggio Emilia, non potevo non fermarmi per un tributo al nostro Davide.

Sono le 17.30 quando imbocco l'autostrada verso Milano e il fondoschiena lancia improperi fino a Melegnano.
600km, pianificati con Maps e ViaMichelin e seguiti su cartina Touring Club 1:500000 in attesa delle mappe per motociclisti con cui il Teo mi fa sempre invidia. Navigatore manco guardato, bene così.
12h (9h30 escluse pause)
26,5l di benzina, ai prezzi più bassi (grazie PrezziBenzina)
23 km/l (grazie polso e grazie Honda. Erano 24 prima del tratto autostradale, a 130 consuma un bel po')
Moto imperturbabile, dà una sicurezza incredibile, ce l'ho da due mesi e mi sembra di guidarla da anni. Freni ottimi, ogni tanto l'ABS entra anche quando apparentemente non serve, cambio un po' crucco ma sento che pian piano mi abituo.
Troppe vibrazioni ai medi (velocità autostradale compresa) ma ci sto lavorando.
E il ginocchio si abbassa.
