A volte non hai altro che le tue parole. E la tua moto. A volte non hai bisogno di, Altro. Anche se è una bugia. Anche se lo sai. Ma alla fine te ne freghi. Di tutto e di tutti. Anche del meteo. E così decidi di andare. Via. Non importa quanto lontano. Il passo lo hai già compiuto: dentro la tua testa. Lì, sei già arrivato, nonostante il freddo il buio, la fame.
Fame di pace. Quiete. Assoluta. Quel senso di assenza, apparente perdita di contatto con la realtà, perdita del senso del Tempo, perdita di, Te. Ed è proprio lì che ti ritrovi. È lì in fondo che riconosci la parte più intima e segreta, la più vera, quella che più ti appartiene. La tua ombra.
E hai fame, di oblio. Che si riesce a sfiorare solo in alcuni momenti della vita.
Temo che ad oggi, il mio oblio sia la mia moto. Non è certo motivo di orgoglio. È solo una constatazione. È così. Oggi per me è così. Lo so per certo: un viaggio in moto riesce a ridonarmi con-tatto con me stessa. Serenità, dolcezza del presente, armonia. Quiete. E su questo potrei solo interrogarmi. All'infinito. E non troverei la benché minima risposta.
È così, che stanca del mio inverno, stanca del mio lavoro, stanca della mia salute, stanca della mia testa, stanca delle mie manchevolezze come madre, come insegnante, come figlia, sorella, persino come amica, stanca del mio Passato, stanca di Dover essere, sempre efficiente, sempre all'altezza, sempre puntuale, sempre pronta a, tutto, è così che decido: di Staccare.
Ma non attraverso un dipinto, che sempre quando inizio non sono mai la stessa alla fine.
Ma non attraverso le mie parole, scritte sul tavolo alla finestra. Che sempre, quando inizio non sono più la stessa alla fine. No.
Butto un po' di roba a caso nello zaino. Mi vesto con doppie triple maglie e calze, pantaloni da moto, avrò freddo, lo so già. Metto giacca da moto, guanti, prendo il casco ed esco.
È venerdì. Qualcuno di molto importante per milioni di persone è morto. Due migliaia di anni fa.
È venerdì, 3 aprile. 2015. Qualcuno di molto meno importante è morto. Solo 18 anni fa. E non é risorto. Amen.
È venerdì. Un kakkjo di venerdì di vacanza!!!!! E io me ne voglio andare via!!!
Il meteo dà pioggia domani, un bel giro del "mio caro Tinga WGP" è stato pure annullato. É tardi, sono le 18.00 circa, ma prima non potevo. Vasculite: visita per mio figlio all'ospedale infantile Regina Margherita. Tutto ok.
Quindi, Ora posso. Ora ho il pieno. Della mia felicità. Devo solo accendere e andarmene.
Scatto pure una foto e la spedisco al forum... Che mi fa sorridere, come solo loro sanno fare, sempre, fra le loro battute demenzial-galoppanti, così stupide eppure schiette, così sincere, intrise, anche, di amicizia.... Li adoro.
Attraverso la città, un traffico assurdo. Ma è un piacere fermarsi ad un semaforo: un tipo in moto, una di quelle con la ruota posteriore due volte la mia, alza su la visiera, mi squadra, nota il ragno e lo zaino e mi chiede se faccio tanta strada. Vorrei rispondere che sì, faccio migliaia di km, che sì vado via per un paio di anni, che sì non torno più, che non ne posso più, che sono stanca.........
Ma gli dico la verità: "Vado solo al mare. Speriamo non piova". Lui fa una cosa che non mi era mai capitata: congiunge le mani, come in preghiera, come se stesse intercedendo "Fa che non piova, fa che questa donna arrivi alla sua meta. Serena". Era strano, lui sulla sua moto supersportiva, col suo casco coloratissimo, la sua giacca dainese, fermo lì nel traffico torinese che faceva qualcosa per me: una sorta di "preghiera" per una perfetta sconosciuta. Poi scatta il verde: ci salutiamo con un cenno di testa e lui va via velocissimo. Come sempre. La sua intenzione è servita: non ho preso pioggia.
Ma ho preso un freddo pajura! Mamma mia che gelo!!!!! Delirio: canottiera, maglietta manica lunga e felpa "tecnica" da sci. Due foulard e il sottocasco. Avevo freddo. Imboccata l'autostrada mi sono fermata al primo autogrill: ho aggiunto un altro felpone pajura e due paia di guanti. Penso che sono davvero fulminata. Ma è ancora giorno. Il traffico non è pesantissimo. Adoro perdermi a guardare le distese di verde a 360 gradi protette dalle lontane Alpi. Maestose. Stupendo: sono Serenissima.
Non ho voglia di fare tutta autostrada, anche se vorrei arrivare non troppo tardi. E arrivo comunque tardi........ Esco allo svincolo di Mondovì: stessa strada percorsa una settimana fa. Ma col sole......
Di ogni strada percorsa in moto, c'è un momento in cui posso solo riverire, quasi un inchino. Ovunque io sia, qualunque sia la strada. È il momento in cui si diviene testimone del senso delle Cose, semplicemente per magia Ancestrale dell'infinito, che ci attraversa, e di cui siamo parte integrante, che si muove da sempre, e che sempre continuerà a muoversi, con o senza, di Noi.
È un momento che placa ogni pensiero, lo rende morbido, plasmandolo dei suoi colori: il tramonto.
Quel momento lì mi tocca ogni vota, e quando per caso sono in moto, in viaggio, anche se magari non ho ancora un posto dove dormire, come mi era capitato ad Annecy, e sento freddo e sono da sola, quel momento lì mi urla nel suo silenzio, la Bellezza della Presenza. Di tutto quel che c'è e lentamente si tinge del Trapasso: il giorno lascia spazio alla notte. Che lentamente raggiunge il suo capolavoro quando arriva sugli occhi luce delle stelle, che come per un incantesimo, solo di notte possono mostrare la loro reale natura. Straordinaria. Come i Desideri. Straordinari.
Fluida mi sento in questo paesaggio. Pochissime auto a disturbare con il loro motori. Le loro luci. E quelle che ci sono durano poco: mi sorpassano. Che io ho freddo, non ho voglia di andare ai 100 e passa allora. Voglio tranquillità. Questo momento, voglio godermelo. Dolcemente.
E così arrivo dolcemente verso Montezemolo che ormai è buio: in quello spiazzale, a quell'ora, c'erano solo le ombre delle moto... E dei motociclisti del sabato. La scritta al neon del bar sembrava quasi un'insegna fantasma... Inquietante....
Mai quanto una strada al completo buio, fra curve varie, senza un cane in qualsiasi corsia, avanti indietro, emergenza... ... Delirio... ... Mi sono persino spaventata di una luce profondamente rossa che veniva da dietro: era il mio freno posteriore!! E per una volta desideravo che le gallerie non finissero mai... ... Si stava così bene lì dentro....
Finalmente arrivo a Savona: volevo fare una sosta, non percepivo più dal freddo il mignolo della mia mano destra. Non era un buon segnale. Così seppur preferendo continuare tranquilla in Aurelia, e godermi il mare di sera, ho pensato di rientrare in autostrada: in una parola "Aiuto".
Delirio di giro per prendere l'autostrada... Finalmente raggiungo il casello, le mani ghiacciate e i guanti no aiutano il ritiro del biglietto..... Bene: decido che il primo autogrill mi fermo e bevo qualcosa di caldo. Solo nei miei sogni però.
Il mondo, non scherzo, il mondo era in quel kakkjo di autogrillllll....... 27 pullman, 70 camion, 200 macchine, e 2 moto, una mia e una di una coppia.... Megadelirio..... Indiani, spagnoli, francesi, rumeni, o croati o russi o che ne so..... Erano tutti lì! Italiani compresi ovvio... Devo parlare del bagno? Se Dante lo avesse visto.... Altro che "lasciate ogni speranza o voi che entrate".... Mai vista una roba del genere. Incredibile. Eppure un pensiero si è fatto strada invadente: come siamo uguali, tutti uguali, nei bisogni umani. Ci legano. Dai quelli primari, fondamentali alla sopravvivenza a quelli di autorealizzazione. Maslow mi perseguita.... Lui e la sua piramide dei bisogni.... E secondo me non ci aveva nemmeno preso... Alla base di tutto c'è l'amore di sè. Se quello manca, ti lasci morire. E stai certo che muori.
...Io di freddo. Io stavo crepando di freddo: il mio mignolo era cadaverico. E non sentivo alcuna sua connessione ai miei voleri: non si piegava, mi stavo preoccupando. La sosta gli ha fatto comunque bene... Un po' di calore è arrivato, rido... Perché è arrivato dal motore della mia moto parcheggiata in quell' autogril allucinante..... Motina ha "salvato" manina....... E razionalmente avrei dovuto evitare 'sto viaggetto. Ma c'è ben poco di razionale in me. Quando c'è, poiché deve necessariamente esserci, è la mia pancia che ne patisce le conseguenze. O i miei capelli. Che se ne vanno. Che si ribellano. Che esigono qualcosa di Nuovo e Migliore! Sì: fankulo la razionalità! Ho voglia di "sentir di pancia"!! Di seguire l'intuito. Il cuore.... E lo faccio.... Continuo per la mia strada.
Mi rimetto in moto... Traffico pajura, tonnellate di ferro e 4 ruote.... E pure plastica e 4 ruote.... Ma quanti camper ho visto?????? Delirio... Durato poco però. Albenga non è lontana.
Ancora intoppo casello-guanti-biglietto-viacard-che-non-funziona-due-santi-giù-accanto-alla-moto-poi-prendi-portafoglio-bancomat-e-dopo-20-minuti-forse-metti-la-marcia-e-te-ne-vai... ....
E ami quello che vedi. Perché è un pezzo della tua vita. Quella Aurelia, quel tratto lì, lo conosci da sempre. Eri in macchina, quando lo attraversavi da bambina, è tuo nonno alla guida diceva a tutti "salutate il mare". E lo salutavo con la manina dal finestrino. Adesso che non sono più bambina, che sono una donna, e la mano destra è all'acceleratore della mia moto, e la sinistra rilassata sul serbatoio, alzo la visiera e con un sorriso saluto il mare, che mi ringrazia innondandomi di iodio che respiro a pieni polmoni!
Sono arrivata. Moto in garage. Prendo lo zaino, apro casa, accendo luci, acqua, riscaldamento. Nemmeno mi spoglio. Poso il casco e vado a mangiarmi una pizza: mozzarella, gorgo, salsiccia e porcini. Birra rossa ambrata. Fra uno sbadiglio e ancora un brivido di freddo nonostante il forno ad un metro, gusto tutto, pago e vado a nanna.... Piumone matrimoniale ripiegato a singolo: continuo ad avere freddo.
Esiste un freddo implacabile. Un freddo che conoscono alcune persone. Molte, sono donne. È un freddo ineliminabile. Ma superabile.
E l'indomani?? Altro che pioggia..... È Sole! Non pioggia! È sole! Un sole che mi scalda l'anima mentre sono qui a scrivere, di fronte al mare, che brilla scintille di luce. Con la mia moto parcheggiata ad un passo dalla spiaggia, io ad un passo da questo profondo Blu. Con il casco, i guanti e la giacca sulla sedia, di questo tavolino, di questo bar, in cui sono seduta da ore, fra sguardi incuriositi quanto attoniti, consumando la mia colazione, il mio pranzo, i miei pensieri.
Le mie parole.
Che a Te regalo. Ora che la mia fame di quiete si è saziata.
Ora che potrei continuare a scrivere per ore, viaggiare per ore. E raccontare per ore.
Ora che, ormai so bene cosa significa stare bene Anche da soli.
----- nota tecnica informativa per il lettore -----
avrei dovuto spedire tutto già sabato, da quel tavolino, di quel bar, ma il tablet non ha retto: si è scaricato, mi ha scaricata. Forse è il modo che ha la tecnologia per dirti "guardati attorno e vivi!". Gran casino, perché poi mi sono alzata, ho pagato e un tipo dopo che mi ha vista ferma a scrivere per ore mi ha pure chiesto se fossi stata una "computerista"... Quanto ho riso lo so solo io... "Ma no, si figuri, mi piace scrivere... Io sono un'insegnante". E così, malauguratamente per il mio portafoglio, mi infilo nel budello di Alassio, e anche se in moto... son riuscita a fare borsate di shopping... Che son donna... Ma ho occhio attento, scelgo solo negozi a metà prezzo:
Nell'ordine:
un vestitino spettacolo, femminilissimo (che non metterò mai... Ma almeno c'è)
un pantaloncino per la mia ragazzina
una felpa con pappuccio monster per il mio ragazzino (cui la commessa si è dimenticata di togliere l'antitaccheggio che ho tolto io... Pinze, cacciavite, coltello, forbiciazze... Delirio, ma ci son riuscita...)
un fouseax blu
una maglia con cerniera coloratissima per me
un cuore di legno... ( va già meglio: il primo è stato di pietra, poi di ferro... Passaggi.)
Ho pure misurato delle scarpine stupende... Ma ho detto no: 30€ era troppo...
Torno alla moto, vederla con la sabbia mi fa strano, poi attimo di panico a cui è seguito un minuto di "silenzio esteriore": il lucchetto al cerchione non si toglieva. Delirio.... Ma alla fine... Tutto ok.
Il minuto di profondissimo "sproloquio interiore fra me e i santi" ha funzionato......
Riesco a mettere tutto sulla moto, il ragno fa il suo bravo lavoro: non scappa via nulla! Nel mentre uno mi guarda attonito: che novità... Cosa non fanno le donne...
Torno a Laigueglia e vado a farmi un buon aperitivo: non voglio perdermi il "trapasso" del giorno verso sera. E me lo godo seduta sorseggiando un buon pigato.
La domenica di Pasqua è piena di vento. Urla fra i meandri dei palazzi e in casa scricchiola tutto.. Io devo tornare a Torino. E odio il vento, quando sono in moto: mi sposta. Il meteo dà pure pioggia sul Melogno.. Uff.... Vado a fare colazione, poi decido che strada fare. Esco a piedi. E il mare è uno spettacolo, colori intensissimi seppur grigi, ma sento anche qualche goccia sul viso. E vola la sabbia.... Brutto viaggiare così... Ma voglio tornare.
Delirio rifare lo zaino. Lo shopping occupa spazio... Mi siedo sullo zaino. Si chiude ma sento che grida "pietaaaaaaaaa"... ... Riindosso 27 strati di abbigliamento, che ho già freddo... Carico tutto parto.
Ma che cos' è viaggiare al mare!?! Che bello é avere il mare nello specchietto retrovisore???? Mi fermo perché voglio fermare quel che vedo. È bellissimo!
Non mi fermo però a fotografare il glicine sulla galleria verso Albenga: era enorme!
Una curva dopo l'altra, fra vento e traffico, spunta anche il sole. E allora non ci credi che il mare può avere quei colori striatissimi dipinti dal vento, turchese, azzurro, celeste a tratti smeraldo, acquamarina, e bluissimo.... E poi non lo so come è possibile: brilla! Brilla tutto! Ha vita propria quell' immensa distesa di acqua. E ti fa la grazia del suo confine: se sei in barca a vela, e il motore è spento, e le vele spiegate, e se chi é al timone ha rispetto della natura, senti il potere dell'armonia, dell'equilibrio degli elementi, acqua, aria, uomo.
Ma se sei in moto, il mare lo hai accanto. E per ammirarlo, devi fermarti. Devi scendere dalla moto, andare sulla spiaggia, sederti, e rimanere fermo, ad ascoltare: la voce del mare.
Proprio come quando percorri in moto le strade di una montagna, e arrivi sù al punto più alto. Devi fermarti. Devi scendere dalla moto. Devi metterti in ascolto. Che non esisti solo tu. Qualcosa di immenso c'è da molto più tempo di te. E ha voce.
Quindi, mi sono fermata. Sono andata a sentire il mare: ho scelto un punto che adoro. É meraviglioso perché in quel tratto lì, i liguri di Varigotti, hanno costruito la propria vita, la propria casa, direttamente sulla spiaggia. E quelle case coloratissime erano, sono, il punto di riferimento, la rotta del cuore, verso cui i pescatori, nelle loro barche di legno, sempre sperano di ritornare, con un buon pescato. Ma anche no. L'importante è ritornare.
Proprio come quando in moto torni da dove sei partito: il garage.
E anche se sei un po' stanco, e hai un po' freddo, e hai preso pure pioggia, arrivi al punto di partenza: casa tua. Scarichi tutto, ti fai un bel bagno caldo. E poi, se sei una come me, una forse un po' strana, una un po' fuori dagli schemi, una che a Pasqua sta da sola, con la sua moto e nessun altro, perché ne aveva un gran bisogno, allora saresti rannicchiato sul divano, a digitare parole e spedire un noioso racconto di frammenti di un qualunquissimo viaggio al mare.
E in te la Quiete.
E la speranza, verdissima, come quel prato che mi ha inglobata mentre tornavo a casa, che domani ritorno ad essere madre, figlia, sorella, insegnante, amica...
Tenendo cucita a me la mia Ombra, anche quando stendo, spazzo per terra, correggo una verifica, aiuto mio figlio a fare i compiti, do una mano a miei, parlo con mio fratello, ascolto una mia amica, studio per quello stramaledetto master... Insomma quella particolare ombra proprio non mi deve lasciare: giacca e pantaloni da moto, casco, foulard, cappellino e zaino in spalla: il mio sano oblio!
----- altra nota tecnica informativa per il lettore -----
Per fortuna non sono rimasta altri giorni al mare a girare... Altrimenti dovevi chiedere un giorno di permesso per leggere il mio "racconto", che noto rileggendolo (e per fortuna sono in vacanza....) è sempre privo di dettagli "tecnico-tattici-km/h-pieni-benzina-ecc.."....
Ps. E tutte le altre moto? Non ne ho viste moltissime per la verità.... Chissà come mai!!
Ma chissà?... Magari il prossimo che saluto sei Tu!
Ps. Grazie per il tuo tempo dedicato qui, a queste mie parole... E immagini... Che non riesco a caricare tutte... Ma una sì... ...
Un sorriso!
Marta...
Anzi... La mia Ombra!

E la Tua Ombra? Che forma ha? ... ...