Da Cracovia sono andato ad Auschwitz alcuni giorni fa, cosa che consiglio di fare ASSOLUTAMENTE a tutti coloro che possano farlo e ancora non l' abbiano fatto. La guida polacca, una persona eccezionale per qualità umane e capacità di comunicazione ed esposizione ci dettagliava il pensiero, la filosofia, la premeditazione, la progettazione, l'organizzazione e, infine, la realizzazione della immane tragedia di uno sterminio di massa, un genocidio. Il suo italiano era altrettanto eccezionale. Sentivamo la sua voce, pacata e pesante negli accenti, attraverso una cuffia che gli permetteva un tono basso, regolare e molto efficace nei significati trasmessi.
Fra tutti noi c' era un giovane di circa 15, 16 anni o giù di lì. Teneva al collo le cuffie del commento e teneva alle orecchie quelle del suo I-Phone mentre visitavamo luoghi da fare accapponare la pelle.

- "Ma non senti la spiegazione?" gli chiede il padre
- "E se qualcuno mi telefona"? risponde il figlio
E la storia finisce lì: neppure un appunto

Già, io non ho figli, però spero che i molti che fra di noi hanno figli siano padri diversi da quello, per avere figli diversi da quello.
Avrà avuto 16 anni, diamogli tempo di crescere e speriamo, perché fra un po' tocca a loro. Con queste premesse, con questa apatia ed incoscienza figlie di un' ignoranza e disinteresse forse (e dico forse) incolpevoli ma comunque evidenti, beh, tanti auguri. La mia paura è che non si tratti di un' eccezione.
Report del resto del giro in moto, ben più allegro, a venire fra qualche giorno, ma con comodo, neh?

Franco