Dopo il giro di ieri, mi si prefigura un'altra bella mattinata, mi dedico a un altro giro solitario.
Stavolta parte come il rovescio del giro di ieri, ma con varianti avventurose.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Noiosa l'andata, arrivare fino a Tarcento lottando col traffico mattutino è stato uno stress.
Mi dirigo verso l'alta Val del Torre, in strada solo la mia moto e qualche indigeno.
Serenità
La chiesetta alpina
La strada da questo lato è ben asfaltata, tranquilla, libera.
Inanello curve su curve con soddisfazione, il bicilindrico frulla, respira bene a quest'altezza, e mi impratichisco, l'aria è frizzante, non fa caldo e sto bene intabarrato nel giubbotto.
In cima al passo:
Appena sconfinato mi fermo, la sella Kawasaki mi sta distruggendo le terga.
Sgranchisco le gambe, guardo l'Uccea sotto di me, lato valle
Lato monte
La motina riposa
Lo scorrere dell'acqua mi infonde tranquillità
Inizio a scendere, in questo contesto non riesco ad essere sciolto come in salita, e vado giù di freno motore, un ciclista mi passa come se fossi fermo...Ah, quanto gli invidio la sicurezza e le traiettorie.
Arrivo alla base del passo, mi dirigo a Kobarid e poi a Volce.
Non c'è un'anima a parte me, mi domando dove siano tutti

Stanco della piattezza del fondovalle, per non farmi mancare l'esperienza, decido di risalire per il passo Solaria.
L'anno scorso chiesi informazioni a Razweb e Jimmmy, mi dissero che la strada era stretta, non granchè da fare, ma posto bello per il panorama.
In effetti...Da questo lato il fondo ha un buon asfalto, ma troppo di frequente in mezzo alla strada mi trovo sassi, grandi come due pugni, caduti dal fianco del monte.
Li schivo tutti, però sono come gli "Imprevisti" del Monopoli, dietro alla curva non sai mai cosa ti attende.
Su un tornante mi fermo per il panorama, che merita l'ascesa.