Dopo il temporale, se c'è un po' di vento, tutto preannuncia una giornata limpida e fresca... come oggi. E le belle giornate, quando si può, è giusto coronarle con un bel giro in moto, panoramico e gratificante, e pazienza se sono 660 km.

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Parto da Parma un po' prima delle 8. Un necessario ma palloso trasferimento autostradale mi conduce ad Alessandria, e poco dopo le 9 comincia il divertimento su per le Langhe.
Strade più o meno larghe, fra le colline di celebrati vini, mi conducono ad Alba. Pur essendo pieno luglio, la temperatura è davvero gradevole e all'orizzonte si vedono bene le Alpi, soprattutto il Monviso.

Da Diano d'Alba comincio una strada fantastica, tutta alta sullo spartiacque, che mi porta fino a Montezemolo.
Da qui il paesaggio cambia radicalmente, così come l'opera umana: gallerie, cavalcavia che si rincorrono, il trionfo del cemento mi fa capire in pochi km che sono passato in Liguria.

Anche questa zona tuttavia ha il suo fascino, coi suoi rari paesini spopolati e cadenti.
Ciononostante il traffico sale, e all'altezza di Carcare diventa caos. Dopo Cairo Montenotte finalmente torno in una zona più desolata, e mi fermo a mangiare a Dego. Bar/tavola calda alla buona, menu fisso a 10 euro, cameriere dell'est: non mangio nemmeno troppo male, e dopo poco più di mezz'ora sono di nuovo in moto.

Ora comincia la parte avventurosa (e fotografata) del mio giro, con strade più strette improvvisate atlante alla mano. Raggiungo il colle del Giovo, o del Sassello, poi devio in direzione del monte Beigua.
La strada è stretta e sale lunghissima fra gli abeti.

Mi avvicino ad un gregge di pecore per cercare di raggiungere la cima "immacolata" del Beigua, ma sono ricacciato ringhiosamente da 4 o 5 cani, abbastanza grossi da intimorirmi.


Dalla cima "industrializzata", raggiunta dalla strada, malgrado i ripetitori e qualche nuvola inaspettata che copre il mare, la vista è comunque fantastica.

La strada che scende ad Urbe è stretta, ripida, sporca, bagnata. Anche la salita al Faiallo non è messa bene, ma la discesa mi ripaga della fatica: un'autentica pista sospesa sul mare!

Anche la discesa del Turchino verso Alessandria si gode. Prima di Ovada taglio per Lerma Gavi, percorrendo un'altra strada collinare un po' stretta un po' no. In breve riesco comunque a raggiungere Serravalle Scrivia, da dove imbocco la val Borbera. Splendida la parte centrale, molto "trebbiana".

Attorno alle 17,30 raggiungo dopo una lunghissima salita le capanne di Casola, a quota 1400 e
passa. Da lì un'altra strada in quota ma nel bosco (dunque ghiaia bagnata) costeggia l'alto monte Lesima. la tentazione di salire è grande, dato che la strada c'è ed è asfaltata, ma è un po' troppo tardi. Scendo lentamente al passo Brallo, per non cacciare la moto in terra, e da lì scendo ancora sino al Trebbia. Le recenti piogge hanno reso sporche queste strade, piegare è un po' un rischio e comincio pure ad essere stanco... procedo dunque con passo turistico su una delle mie strade preferite.

Bobbio, Rivergaro, poi altre curve per avvicinarmi a Parma sulle colline. A Fiorenzuola imbocco la via Emilia ed arrivo a casa intorno alle 20,15, stanco e soddisfatto. Finalmente un giro in cui tutto va per il verso giusto, ormai ne sentivo la mancanza!

Nuova formula video/musicato stavolta, con la maggior parte delle foto: ho installato giusto stasera Windows movie maker...
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Ah dimenticavo... le 8 province sono Piacenza, Pavia, Alessandria, Asti, Cuneo, Savona, Genova e Parma, per l'occasione la meno curvata.
