20 aprile 2011
Appuntamento ore 16:00 sotto il Monumento dei Caduti di CB per la partenza. Mi raccomando già benzinati.
Si parte, due equipaggi.
- Io, Federica e la piccola FZS600 con bauletto GIVI E460 stracolmo (Federica), borse laterali (mio unico spazio) e borsa serbatoio praticamente vuota…sai, volendo potremmo riportare i cannoli

- Peppe, Antonella e la “piccola” R1200GS 30TH con tris di valigie piene.
Strada tranquilla, andatura tranquilla, si arriva al porto di Napoli dove dopo qualche minuto si caricano le moto e si prende possesso della cuccetta. Cena al sacco e alle dieci tutti a nanna.
21 aprile 2011
Ore 4:20, mi sveglio sazio di sonno e con un’adrenalina in corpo che non avevo mai sentito prima. I minuti passano in fretta mentre il resto della cricca si sveglia e chiede caffè. Alle sei e mezza si apre il portellone del traghetto. I motori si accendono e si parte alla volta di Agrigento dove ci si ferma per visitare la Valle dei Templi. Verso le undici si riparte dritti sparati in direzione Sciacca, Mazara del Vallo e infine Marsala dove, verso le tre, ci si ferma per assistere alla processione del Venerdì Santo e bere qualcosa. Felicissimi per l’accoglienza della gente del posto ci si incammina verso Trapani dove l’accoglienza non è stata delle migliori. In zona lungomare solo il tempo di un paio di foto e partiamo alla volta delle saline dove, con i mulini in azione, scattiamo “qualche” foto. Il morale è alle stelle ma la stanchezza inizia a farsi sentire. Ormai quasi a Palermo ci si ferma nel punto dove quasi venti anni fa hanno assassinato un grande uomo di Stato. Durante la sosta una pattuglia della polizia ci chiede i documenti…ma tutto ok. Si riparte, finalmente in albergo. Parcheggiamo i nostri destrieri in garage e prendiamo possesso delle camere. Albergo bellissimo, grandissima cortesia. Doccia di ripiglio e si scende per mettere i piedi a centro tavola. Grande abbuffata di risotti alla pescatora, linguine al nero di seppia e fritture. Prezzo irrisorio. Si brinda e si va a nanna.
22 aprile 2011
Riposati e colazionati si va a Monreale dove si gira e cazzeggia per la bancarelle e i vicoli del bellissimo centro. Posate le moto in albergo si prende l’autobus e si scende a Palermo città. In giro per il centro aguzzavo la vista in cerca di banchini per poter finalmente mangiare il pani ca meuza. Non trovandone chiedo ad un distinto passante che, con una voce snob, mi dice “queste cose si possono trovare solo e soltanto in periferia, mai e poi mai al centro”…gira il c… e se ne va. Mah! Continua il giro nella zona monumentale, prima, e commerciale, poi dove finalmente avviene il mio primo incontro con un cannolo. Miiiiiinchia! Tornati in albergo si discute sul percorso del giorno seguente. Anziché raggiungere Catania in autostrada Peppe propone di ripassare per Agrigento e andare a Licata per vedere la casa di Montalbano, seguire per Gela, Catania e infine Giardini Naxos. Fede propone di fare la costa tirrenica ma Peppe insiste insiste insiste per vedere la casa di Montalbano. Ok, aggiudicato.
23 aprile 2011
Montalbano arriviamo!
Dopo un paio di ore in moto, con il mazz a tarallo, arriviamo a Licata dove ci si ferma da un passante: “Scusi mi sa indicare la strada per raggiungere la casa di Montalbano??” Risposta: “Ma veramente…Montalbano…lo girano a Vicata (Ragusa)”. Da qual momento il buon Peppe è stato chiamato dalla cricca “Montalbano”. Caffè, pipì e si riparte. Si passa per Gela e gli aranceti fino quando si intravede in lontananza Lui, il Magnifico fumante, l’Etna.
Il cuore batte un po’, quasi si spaventa, poi si rallegra.
Passando per Catania arriviamo nella splendida piazza del Duomo dove, affascinati dalla cornice, lasciamo riposare i cavalli e ci si siede in un bar della piazza. Miiiiinchia i cannoli!! Questi meglio dei cugini palermitani. Si lascia Catania e si va a Giardini Naxos passando per un tratto di costa davvero delizioso. Prendiamo possesso delle camere.
24 aprile 2011, Buona Pasqua.
Dopo una ricca colazione Deutsche si parte. Autostrada, uscita Fiumefreddo, direzione Etna nord. Lungo la strada mi fermo a montare la telecamerina. Si sale, si sale. Le strade, pulitissime, sono dei tracciati ampi, pennellate d’asfalto in uno scenario lunare. La visibilità di ciò che ti troverai di fronte è netta, chiara, ma il cuore batte e la manetta non si apre tutta. Arriviamo su. Quasi sconcertati ma contentissimi dell’esperienza che stavamo vivendo, facciamo mille foto e decidiamo di risalire percorrendo il versante sud. Si riaccende la telecamerina e coscienti di non tornarci domani iniziamo a dare gas. 2°-3° i giri passano da 6.000 a 12.000. Tiri, poi stacchi, imposti la curva e di nuovo gas. Non sono un pilota, il video (https://www.youtube.com/watch?v=7o1B6ihzx5A) ne è testimone, ma non mi sono mai gasato come in quei chilometri e comunque la proboscide dell’elefantino è saltata


La discesa del Monte è stata altrettanto bella.
Tornati in albergo ci si spoglia delle tute e, in abiti civili, si parte alla volta di Taormina. Inutile dirlo. D’incanto.
25 aprile 2011
Ore sette. Apri gli occhi. Senti gli uccellini cantare. Speri che ci sia il sole e invece le previsioni avevano ragione, piove. Va beh, pazienza, tanto che ci vuoi fa?
Partiamo, lasciamo Messina e una volta a Villa San Giovanni imbocchiamo la SA-RC. Tutto bene fino che, dopo Scilla, in una galleria in salita con doppio senso in una sola carreggiata, la mia piccola decide di farmi uno scherzo che non dimenticherò mai. Si spegne. Lampeggio nella speranza che Peppe mi vedesse ma…niente. Nel panico generale, scendiamo dalla moto e, a spinta, vediamo di tirarla fuori da quel maledetto tunnel. Spazio zero. Camion e macchine che passano e noi che cerchiamo di uscire da una situazione allucinante. Alla fine della galleria, sfinito dal caldo e dallo sforzo, lo spazio si riduce ancora di più. Inizia un viadotto. Dopo una paio di imprecazioni provo a riaccenderla. Parte. Sgaso fino a 10.000 sembra tutto ok. Ci si riavvia e da subito si incrocia la stradale che nel frattempo Peppe aveva avvertito. Al primo spazio utile ci riuniamo al gruppo e dopo sinceri e rincuoranti abbracci ripartiamo. Il viaggio procede alla grande, la moto non fa una piega. Si passa la Sila dove la temperatura scende sensibilmente, si supera Cosenza e dopo un po’ di sorpassi arriviamo a Salerno. Si volge verso il Molise e in casa (Sassinoro) si prende l’acqua bella fresca. Salutato il gruppetto alla Tamoil del bivio di Busso si arriva in centro. Il viaggio non può finire li, dopo soli 1.798 km. Si gira per il centro, con la moto carica, tra la gente che ti guarda e ti sorride, continui a guidare quasi a voler cercare un cartello che indichi chissà cosa, chissà dove, poi, con il cuore tronfio e le braccia un po’ stanche, si va a casa, felici, con la sensazione di aver compiuto una piccola impresa.
Un grazie di cuore va ai miei compagni di viaggio e alle nostre moto che ci hanno permesso di vivere emozioni fino’ora sconosciute.