L'altro giorno sono stata in un posto strano, ma pieno di fascino: una strada ripida ma piena di curve, quasi una pista in salita che girava tutt'intorno a un picco circondato da un'ottima vista. Raggiunta la sommità, sono scesa dal lato opposto e ogni curva non mi spaventava, la facevo alla perfezione: tanto che, una volta presa la mano e arrivata in piano, alle curve più ampie ho iniziato a piegare come se nulla fosse, dicendomi "ma dai, è facile!"
Ieri, invece, sono stata in un posto stupendo, un filo di asfalto scuro e colloso immerso tra altissime montagne rosse e radi praticelli verdi intorno, dove poi mi sono fermata per ammirare uno strano posto pieno di piante e grossi funghi e...
poi mi sono svegliata. Ogni santa volta, e mi dico "sì, sì: se piegare sarebbe "facile" al primo colpo, allora lo è anche vincere il superenalotto".
E niente, io mi faccio i viaggi mentali la notte, letteralmente. Vado di qua e di là con la moto e gratto il ginocchio al primo tentativo. Forse quest'anno è arrivato il momento di farselo anche un viaggetto più serio, un giro bello lungo su qualche montagna, e sticazzi i "ma" e i "però". Le paure, i dubbi, quelli ci saranno sempre, ma se mi fermo per colpa loro so già che non combinerò proprio nulla. Non dico che riuscirò a viaggiare all'estero (l'inglese lo capisco solo scritto, ma parlarlo...) ma spero tanto di poter fare un reportage un po' più serio, un giorno o l'altro
