Guardando queste immagini Link a pagina di Lastampa.it , dopo la rabbia iniziale sono rimasta colpita da come ha saputo reagire questa ex modella e forse ancora di più in quanto modella, ovvero una persona che probabilmente aveva puntato quasi tutto sul proprio aspetto.
Premetto che anch’io sono un’ustionata “fortunata”, quando avevo 2 anni con mio fratello abbiamo avuto un “incidente domestico”, dal quale ne siamo usciti lui con le gambe ustionate di 4° grado e io con ustioni in viso di 3°, una che corre dalla mandibola seguendo al piega naturale del viso fino al naso.. una seconda e meno visibile sulla tempia dx e qualche piccolissimo segno su una palpebra e su un braccio, ma nulla di sfigurante (nonostante alle superiori una professoressa di ginnastica, quando mi chiese cosa avevo fatto, esclamo a mo’ di commento “o poverina sfigurata da quando avevi 2 anni”) e a distanza di 28 anni e nonostante ci sa chi mi sproni a farlo, ancora non sento il bisogno di sottopormi ad un intervento di chirurgia plastica, anzi sinceramente sono affezionata alle mie cicatrici fanno così “Vietnam”

Però a volte non posso fare a meno di domandarmi come le avrei vissute se mi fosse andata peggio, se mi fossi anche solo deturpata il sorriso o l’espressione di un occhio… oppure come le avrei vissute se me le fossi procurate durante l’adolescenza o più avanti, sarei stata ancora capace di viverle così serenamente?
Se un domani non rientrassi più nei rigidi confini che ho posto a definire la mia idea di "normalità", riuscirei ad rivederli, ad ampliarli o addirittura ad abbatterli? Saprei dissociarmi per poter poi far pace con l’immagine nello specchio?
Voi invece che rapporto avete con voi stessi, con la bellezza e soprattutto con la “non normalità”?