Il delta del Po è una zona che mi ha sempre affascinato, ma per un motivo o per l'altro non c'ero mai stato, se non per una puntatina veloce fino a Pila la primavera scorsa, rientrando da un giro per visitare Ferrara.
L'occasione si è presentata quando ho saputo del motoraduno organizzato dai Black Devils di Ferrara, che si sarebbe svolto al Lido degli Scacchi, proprio a due passi dal delta, come dire....un viaggio e due servizi!
Partiamo venerdì, vgilia di ferragosto, alle 15 e 30. L'orario forse non è dei più felici dal punto di vista climatico, ma prima non si poteva causa altri impegni, e comunque dovremmo riuscire ad evitare gran parte del presumibile traffico dei vacanzieri. Infatti tutto fila liscio e sia Transpolesana che A13 sono molto scorrevoli, il traffico si intensifica solo nella superstrada Ferrara-Porto Garibaldi, ma tranquilli e beati in 2 ore siamo a destinazione.
Paghiamo l'ingresso (in cambio, oltre al bracciale colorato ci viene data una copia di Bikers Life con DVD allegato) ed entriamo nel recinto del raduno trovando subito Luca, Ale e Carmen, 3 amici del mio motoclub che, arrivati già la sera prima, ci hannno gentilmente tenuto un posto per la tenda e la moto vicino alle loro, sotto una piacevole ombra creata da un gruppo di alberi.
Sistemato tutto, indossiamo abiti più comodi e, prima di lanciarci verso una (prima) birra, sfoderiamo l'arma che ci permetterà di sopravvivere (speriamo) indenni al raduno: l'Autan!
Si perché il raduno (o meglio il "party", come viene chiamato l'evento nel gergo degli MC - gli organizzatori infatti sono il "chapter" di Ferrara dei Black Devils MC, storico gruppo biker nato in Germania sula falsariga degli MC statunitensi) ha un nome un po' inquietante: "Zanzare del Delta"! E questi fastidiosi insetti pullulano ben pasciuti tutto intorno, non potendo prenderli a fucilate ed essendo totalmente inutili i vari spray (anche se Carmen continua a spruzzare Raid dentro la tenda) non restano che le difese passive....
La zona è vastissima, circondata da un recinto, e attrezzata per ospitare eventi quali appunto motoraduni, concerti e cose del genere. Ci guardiamo un po' intorno, c'è già parecchia gente, anche se in un'area così vasta sembrano pochi, guardando con attenzione si supera abbondantemente il migliaio. La temperatura non è eccessiva e soffia una piacevole brezza (il mare dista solo qualche centinaio di metri), la fame ci assale quindi proviamo quanto offre la cucina dell'organizzazione: lasagne, piadine, patatine, pollo, cotolette....niente male davvero.
Facciamo la conoscenza con altri nostri vicini di tenda: una simpaticissima coppia di bergamaschi che viaggiano per motoraduni con il figlioletto undicenne, poi Ezio fiorentino doc, e Mauro detto Scàia, altissimo biker trentino.
La serata procede tranquilla e piacevole, sul palco si alternano 2 band rock-metal nella migliore tradizione biker, noi chiacchieriamo, ridiamo, e fra una birra e l'altra ci facciamo dei giretti fra le moto parcheggiate e i tantissimi banchi di vendita dove si poteva trovare praticamente di tutto, dalle bandane ai giubbotti alle mutande firmate (HD, ovviamente!), e poi pedane, marmitte e orpelli e ornamenti vari per moto.
Personalmente ho trovato molto simpatica questa tuta antiacqua:

Le ore trascorrono all'insegna del più puro e sano cazzeggio, annaffiato da molteplici bicchieri di birra, su quest'ultimo aspetto si può assolutamente indulgere: le moto stasera non si muovono!
Si fanno le 2, forse è meglio cercare di dormire, ci ritiriamo nelle tende.
Ci svegliamo l'indomani, non molto riposati a dir la verità: durante la notte la brezza è cessata e l'umidità è salita, più che sul delta del Po sembra di essere sul delta del Mekong, e dormire si è rivelata un'impresa abbastanza difficile.
Comunque, dopo una doccia (fredda...c'è solo quella!) e una colazione partiamo per il nostro giro solitario, i nostri amici hanno deciso di rimanere al raduno.
Prima tappa la famosa Abbazia di Pomposa, ci arriviamo passando dal Lido di Volano e poi percorrendo strade secondarie, in mezzo a distese di campi coltivati.
Ecco due scorci dell'abbazia:


Ripartiamo alla volta di Goro, costeggiando per un breve tratto il limite del Bosco della Mesola, riserva naturale protetta e paradiso dei bird-watcher e degli amanti della natura, e facciamo anche un simpatico incontro con un abitante del bosco, per nulla intimorito dalla nostra vista.

Arriviamo all'argine del Po di Goro, uno dei rami principali in cui si divide il Po prima di sfociare nell'Adriatico, e lo percorriamo fino ad un ponte di chiatte


Lo attraversiamo, pagando 75 cent di pedaggio, quindi proseguiamo sull'argine sinistro fin dove la strada lo permette, giungendo in prossimità delle Bocche di Goro.


Ci spostiamo un po' verso l'entroterra, il paesaggio è assolutamente piatto, interrotto soltanto dagli argini dei vari rami del fiume, e tutto intorno solo campi coltivati, sembra che vi siano coltivazioni in ogni metro quadrato di terra!




Attraversiamo il Po di Gnocca transitando su un altro ponte di chiatte (stavolta 1 euro di pedaggio) e, sempre percorrendo la strada lungo l'argine, costeggiamo tutta la Sacca degli Scardovari risalendo lungo il Po delle Tolle fino a Ca' Tiepolo.
Un ennesimo ponte, stavolta gratis e in muratura, ci porta sul lato sinistro del Po di Venezia, quindi ci dirigiamo verso Porto Viro.
(continua)