Sono scossa, ho i brividi, ho paura, sono turbata ma più di tutto sono arrabbiata. Non riesco a concepire come una persona che si dichiara "sangue del tuo sangue" possa arrivare a tanto.
Parlo di uno zio, il fratello di mia mamma che purtroppo non è nuovo a questi episodi di violenza.
Si presenta a casa nostra intorno alle 13, visibilmente alterato causa alcool e chissà cos'altro. Inizialmente volevamo lasciarlo fuori dal cancello, ma conoscendo il tipo e visto che il recinto è facilmente scavalcabile preferiamo aprire.
Entra, viene in casa e saluta il mio compagno, mia mamma, mia sorella e il nipotino (l'altra sorella e rispettivo compagno si erano già dileguati al piano superiore).
Mi chiede di uscire un attimo e già mi sale l'ansia perchè vedo che non è a 100.
Fuori comincia subito a sbraitare, alterna tratti di pianto a momenti di lucidità. Ce l'ha con mio papà per questioni di lavoro. Continua a ripetere che a 45 anni si ritrova senza niente, nemmeno 50 cent. per una fetta di prosciutto..."tuo papà con me ha sbagliato, io l'ho sempre aiutato (

Mi ripete che lui vuole tagliare la gola a mio papà, che ha ammazzato tante bestie e farlo con una persona non lo preoccupa. Gli dico di stare calmo e dietro di lui vedo mio nipote con il monopattino che lo guarda...Mette via la lama e continua con le lamentele e alza la voce tanto che mia mamma preoccupata esce dalla porta dicendo di non fare il cinema e che ci deve mandare a lavorare.
Non l'avesse mai fatto, lui la odia quindi riprende il coltello e lo pianta nella porta d'ingresso. Io d'istinto cerco di spingere dentro casa mia mamma e di chiudere la porta tenendolo fuori.
Il coltello torna nel retro dei suoi pantaloni e lui contiunua a ripetere che il suo intento è quello di ammazzare mio papà. Che si sarebbe presentato domani per tagliargli la gola. Cerco di farlo ragionare dicendogli che non può rovinare cosi una famiglia, che mio papà l'ha sempre aiutato e lo farà anche stavolta. Piano piano lo indirizzo verso il cancellino e riesco a chiuderlo fuori. Si ferma ancora un po' a discutere li, con il coltello che spunta dai pantaloni e poi con la scusa di dover andare al lavoro lui se ne va, sale in auto con la sua compagna e parte.
Rientro in casa, alzo il telefono per parlare con mio papà e avvisarlo che lo zio ora andrà da lui (aveva già fatto il giro anche da altri parenti) e scoppio in lacrime per l'agitazione e per paura che davero possa succedere qualcosa di spiacevole, anche perchè sento mio papà molto agitato.
Chiamiamo i carabinieri , che già lo conoscono per altri episodi da squilibrato e al loro arrivo dicono che l'unica cosa da fare è prendere un bastone e dargli legnate, oppure un fucile e sparargli. Si puo' fare una diffda in modo che lui non possa avvicinarsi a casa. Certo che con la velocità del loro intervento, anche in caso di diffida, potrebbero già trovarci morti quando arrivano.
Ma è questa la giustizia italiana? Lui ha minacciato di morte mio papà e io mi sono trovata con un coltello davanti!! Perchè non si può fare niente? Deve per forza scapparci un morto?
Mio cognato si è trovato faccia a faccia con mio zio che gli ha piantato un'accetta sul cofano della macchina passando a 10cm dalla sua testa!!

Sembra che l'unico modo di risolvere la cosa sia farsi giustizia da soli!! Io non ho parole , ma solo una grande paura che tutto questo prima o poi diventi una tragedia...