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Inviato: 12 Giu 2007 7:30
Oggetto: Report: Raduno in Alsazia
Io il post l'avevo messo ma nessuno si è aggregato ed allora eccovi qui il resoconto di un fine settimana in terra di Francia:
Domenica mattina ore 9, un’ora in cui qualcuno si è svegliato da poco e molti ancora dormono. Adesso immaginatevi la tranquilla campagna della Franca Contea (Alsazia-Francia) con paesini che sembrano usciti da una cartolina fiabesca, le casette tutte col giardino ben curato e la campagna che lascia il posto qua e là ad una piccola foresta.
Ecco: in questo mondo idilliaco, all’improvviso inserite non meno di quattrocento moto, per la maggior parte custom da 1500 cc in su, ed una decina di trike : è “la Balade”, termine comune, nei raduni francesi, per indicare il giro dei dintorni fatto dai “motards” che partecipano al raduno. Dalle casette escono mamme in camicia da notte e papà in pigiama che tengono in braccio i piccoli con gli occhi che si spalancano in faccine ancora assonnate e le manine che salutano. Si fanno una quarantina di chilometri nella tranquillità della campagna prima di godere il botto finale preparato dagli organizzatori: il serpentone rombante entra in città a Belfort ed attraversa tutto il centro paralizzando totalmente il traffico. E non è finita qui: passando sopra il vecchio ponte levatoio le moto entrano dentro le mura gigantesche della antica cittadella fortificata e vanno a parcheggiare per l’aperitivo proprio sotto la rocca della cittadella stessa. E l’aperitivo fresco è proprio quello che ci voleva visto che il sole picchia duro e la temperatura è sopra i trenta gradi. Una mezz’ora per fare un po’ di foto e si ritorna a Vezelois, al sito del raduno: un vecchio forte militare che è stato parzialmente destinato a sede per varie associazioni.
Mi sono sparato 740 km per tornare a questo raduno dopo l’esperienza positiva dello scorso anno. La strada ormai la so a memoria almeno fino a Basilea, visto che è la stessa che si può fare anche per andare qualche raduno in Germania. Come capita quasi sempre, un’occhiata al cielo mi sconsiglia di fare il passo del Gottardo e quindi mi rassegno a quella specie di sauna che è l’attraversamento del tunnel. A Lucerna comincia a piovere e la temperatura si abbassa di parecchio. Per fortuna non dura molto ma guidare sotto una specie di diluvio non è per niente piacevole. Per fortuna ho approfittato del tunnel sotto la città per mettere la tuta antipioggia. Il raduno è cominciato il sabato pomeriggio e, a partire dall’imbrunire è cominciata la musica: quando il primo pezzo che suonano è "Born to be wild" si capisce che si va sul sicuro. L'ultimo gruppo ad esibirsi è un classico Rockabilly con chitarra batteria armonica e contrabbasso. La musica finisce poco dopo mezzanotte per lasciare posto al classico strip. Ci sono un migliaio di partecipanti quando la “concentration” arriva al culmine e l’atmosfera è molto rilassata. Con i miei 64 anni, pensavo di essere fra i più vecchi ed ero abbastanza sicuro di essere quello che veniva da più lontano ed invece ho incontrato Franz, un viennese di 76 anni che si è fatto un migliaio di chilometri sulla sua Honda VFR.
Lui però – come avevo fatto io l’anno scorso – è partito la domenica mattina di buon’ora e non si è perso solo la “balade” ma si è perso anche la premiazione, per cui sono io a portarmi a casa la coppa e vari gadgets. Riparto un po’ prima delle due del pomeriggio e, come per l’andata, a Lucerna piove. Arrivo all’entrata dell’autostrada in Italia e qui la stanchezza (come capita sempre ai raduni, ho dormito solo un paio d’ore) mi gioca un brutto scherzo. Mi sono fermato prima di entrare in autostrada per mandare un sms alla moglie e, quando vado per ripartire, sembra proprio che la batteria sia morta. Un paio di scooteristi mi danno una spinta ma proprio non ne vuole sapere di andare in moto. Controllo i fusibili, controllo l’interruttore della stampella, sudo e bestemmio sotto un sole caldissimo e, proprio mentre mi sto rassegnando a chiamare il soccorso stradale mi cade lo sguardo sull’interruttore di arresto del motore: evidentemente il casco che avevo infilato sopra allo specchietto l’ha spostato e ….. mi faccio i successivi 60 km dandomi del rincoglionito a ripetizione.
Arrivo a casa poco dopo le dieci e riesco a malapena a farmi una doccia prima di crollare sul letto.
Riassunto del fine settimana: 1640 km in totale, due ore di sonno, perso il conto delle birre che mi hanno offerto quando sapevano che venivo dall’Italia, preso non so quante pacche sulle spalle ma almeno ho fatto un buon rodaggio alla mia nuova “bimba” – la mia Guzzi California Vintage – che dovrà abituarsi a queste cose. Fra tre settimane si ripete, ma sul versante tedesco.
Nonno Enio