Scritto da Maurizio60 - Pubblicato 18/12/2024 17:14
Il bel Report ''Jump To... Malesia 2024'' appena terminato di pubblicare sul Forum da parte di momi20 (il quale invito ad andare a leggere), lascia ancora una volta chi lo legge il sogno č la bellezza, le emozioni che si percepiscono ad intraprendere un'esperienza simile...
Nota: al fine di rendere più comprensibile la lettura dell'articolo,
riporto con un D- la domanda e con una R- la risposta.
Allora perché non conoscere meglio Maurizio (momi20) attraverso
questo articolo con qualche domanda sul suo spirito di avventura che lo ha
reso il Globetrotter che è, anche se Maurizio non ama definirsi un
Globetrotter.
Ciao Maurizio (momi20) grazie per la tua disponibilità.
D- Iniziamo con la domanda più banale che si possa fare. La tua
passione per i viaggi estremi è all'avventura affittando una moto sul
posto come nasce?
R- Innanzitutto non sono avventure: io vado in vacanza. Data di partenza e
rientro fissate: al termine si torna a lavorare. Non le definirei nemmeno
vacanze estreme: tecnicamente sono un biker scarso, la mia ruota posteriore
è sempre consumata in mezzo. Questa è la prova evidente che
non so piegare. Le mie prime due ruote sono state una Vespa PX 125 con cui a
19 anni raggiunsi Parigi, senza GPS ( era il 1982) e senza cartine stradali.
Di solito non mi stanco a guidare per molte ore, non mi annoio. Piccolo
“record” personale nel 1987: con la Vespa Modena –Amsterdam in 33 ore. Nel
2008 e 2009 con un Suzuki DR 350 usato ho gironzolato per l’Asia Centrale:
Russia, Kazakistan, Uzbekistan, Kirghigistan, Turkmenistan. In seguito, i
tempi ed i costi per spedire una piccola moto in altri continenti, mi hanno
sempre fatto optare per il noleggio. Per esempio, in India, una Royal
Enfield 350 cc costava meno di 9 € al giorno. I miei budget non mi
consentono di noleggiare moto di cilindrate importanti e le mie
capacità di guida lo sconsigliano del tutto. Inoltre in certi paesi,
una gomma si ripara, un telaio si salda, ma la rottura della centralina
elettronica può rovinare del tutto una vacanza, a meno di non essere
con un tour organizzato… io però mi fermo tantissime volte durante la
guida: un monumento, un mercato, una festa di paese, uno sciopero sono
occasioni per scattare una foto o osservare il quotidiano vivere di un
posto. Un tour operator mi picchierebbe dopo due giorni. Inoltre non ho
amici con la passione della moto e quindi faccio per conto mio.
D- Quali sono stati i principali viaggi che hai fatto?
R- Devo ammettere che ogni volta la preparazione, lo studio dei paesi e poi
il percorrerli mi fanno mettere sullo stesso piano i posti attraversati,
talvolta diversi fra loro, ma spesso simili.
D- Qual è stato il viaggio più memorabile che hai fatto finora
e perché?
R- La prima volta non si scorda mai e quindi a 16 anni il tragitto Modena
–Lido di Savio con la mia vespa PX 125. Poco più di 125 km… ma io nel
1979 ne percorsi alla fine quasi 200: a un certo punto mi ricordo di essermi
ritrovato in collina. Una vacanza dove davvero è capitato tutto
quello che posso chiedere guidando una motocicletta è stato in
Vietnam, specialmente nel nord del paese.
D- Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato durante i tuoi
viaggi in moto?
R- Qualche problema capita sempre, se poi come me non capisci nulla di
meccanica, allora anche il più piccolo inconveniente diventa
insormontabile. In Turkmenistan, dopo un'ora che spingevo la
moto per cercare di farla partire, alla fine ho compreso che il tasto rosso
sulla destra del manubrio serviva evidentemente ad interrompere la
corrente…io però vedevo il verde dell’ok della batteria e continuavo
a spingere.
D- Come scegli le destinazioni per i tuoi viaggi?
R- Dipende. Sicuramente deve essere un posto in cui non sono mai stato. Poi
può essere un articolo di giornale, un giornale un film. Nel 2008 da
Modena, col mio Suzuki 350 raggiunsi l’Uzbekistan, dopo aver attraversato
Russia, Kazakistan e Kirghigistan. Lo spunto lo presi da una vecchia
avventura pubblicata su Topolino: “Paperino nel paese degli Usbecchi”. In
India ci andai dopo aver visto un reportage del New York Times sulle strade
del nord del paese della catena dell’Himalaya
D- Ad oggi quanti km hai percorso e in quanti anni?
R- Non tengo il conto: so che la mia vespa ne ha oltre 110.000 e il mio Dr
oltre 126.000
D- Qual'è il miglior consiglio che daresti a qualcuno che vuole
iniziare a viaggiare in moto?
R- Di prendere la propria roba e di partire, magari con un mezzo non troppo
ingombrante e semplice dal punto di vista meccanico. Guidare tranquilli e
non farsi prendere dalla smania di voler vedere tutto.Può darsi che A
e B siano due destinazioni importanti in un paese, ma lo è anche il
normale quotidiano che si incontra nel tragitto. Inoltre nel mondo dei
bikers circola il “Morbo del Pescatore”. Diffidate di tutti quei video che
parlano di “Strada più pericolosa..” “Most dangerous trip to”. Di
solito sono noiosi filmati di riprese da cam sul casco. Per esempio i video
sulla strada che in Pakistan porta a Shimshal si sprecano, ma sempre
esagerano: ok strada stretta a strapiombo. Vai piano e non succede
nulla…anche perché quotidianamente percorsa da biker locali, con
Honda 70 cc e ciabatte ai piedi
D- Hai mai avuto problemi meccanici durante un viaggio? Come li hai risolti?
R- La prima reazione è sempre di maledire il momento in cui ho deciso
di salire in sella. Poi vedere di trovare un meccanico, oppure cercare di
caricare il proprio mezzo su un automezzo: se passa qualche motociclista si
ferma di sicuro se gli facciamo un cenno.
D- Qual è il luogo più remoto o insolito che hai visitato?
R- Non è remoto, ma guidare sul fondo solido del Salar de Uyuni in
Bolivia è stato qualcosa di abbastanza surreale
D- Come ti prepari per un lungo viaggio in moto?
R- Seguendo la regola del 2: due magliette, due paia di calze, due paia di
scarpe ( scarponcini da montagna per guidare e scarpe da ginnastica per le
soste) due paia di pantaloni. Poi considero anche quello che indosso.
Secondo il clima posso prendere piumino, giacca antipioggia, guanti
più o meno pesanti, il casco (preferisco il mio). Forse la tenda ( 1
kg) e il sacco a pelo. Però non si tratta di abbigliamento tecnico:
jeans e il resto siamo in linea coi vestiari della Decathlon.
D- Quali sono gli elementi essenziali che porti sempre con te?
R- Uno su tutti la mia guida personale, della collana “Jump To… me la scrivo
prima di partire la stampo e la rilego con informazioni raccolte in rete.
Poi la macchina fotografica ( automatica e compatta), un tablet e qualche
medicinale.
D- Hai mai incontrato difficoltà con le lingue o le culture locali?
Come le hai superate?
R- In Laos, sono entrato in una specie di ristorante che aveva metà
struttura su un fiume. Il proprietario mi ha guardato: ho indicato un piatto
e mimato un pesce. Lui ha scosso la testa e con le dita ha fatto le corna
sulla sua testa. Ci siamo capiti. Conosco un poco l’inglese, posso chiedere
da mangiare e dormire e le direzioni in tedesco e francese: con lo spagnolo
non ci sono problemi a capirsi. Per i miei viaggi in Asia centrale avevo
preso alcune lezioni di russo: riuscivo a comporre alcune brevi frasi e a
leggere il cirillico: per i cartelli stradali.
D- Qual'è stata la tua esperienza più spaventosa o pericolosa
sulla strada?
R- Beh sicuramente in Namibia con uno Yamaha 660XT noleggiato a Città
del Capo in Sud Africa. Ero andato a fare un safari di mezza giornata in un
parco su una jeep. Distava 80 km dal mio ostello. Sono ripartito nel tardo
pomeriggio e mi sono ritrovato nel buio assoluto. Una jeep di una coppia
svizzera guidava a destra (contromano quindi in Namibia). Mi sono spostato,
si sono spostati anche loro e cosi alla fine frontale. Sarebbe stato
sufficente spostarsi a lato strada (c’era tutto lo spazio del mondo), ma la
stanchezza e il buio mi hanno imbambolato. Moto distrutta, ruota anteriore a
20 metri, pannelli saltati via. Io me la sono cavata con uno strappo al
pettorale: posso ancora accendere un cero. Mai guidare di notte,
specialmente in Africa
D- Come documenti i tuoi viaggi? Usi un blog, un diario, o preferisci i
social media?
R- Io pubblico solamente dei report sui forum dei motociclisti. Questo per
due motivi. Ho sempre ricevuto risposte ed informazioni utili e quindi mi
sembra doveroso contraccambiare. Il secondo è che non ho amici con la
passione per le due ruote e nemmeno tanto tempo per partecipare a cene o
motoraduni. Così attraverso i report sono “virtualmente” in contatto
con tanti amici: qualche volta sono riuscito ad incontrarli dal vivo.
D- Uno sponsor ti chiama e ti offre la possibilità di poter fare il
viaggio della vita. Che moto chiederesti e in che parte del mondo andresti?
R- Forse un mezzo tipo Suzuki 350 o 650 Dr, accensione elettronica, ma
revisionato. Col serbatoio maggiorato. Cercherei un ‘itinerario che mi
permettesse di coprire tutti i paesi che non ho visitato e quelli che non ho
potuto percorrere in moto: fra questi sicuramente Cina e Giappone.
D- Hai pubblicato un libro dove riporti i tuoi viaggi? Se no pensi di
pubblicarne uno?
R- Non credo di avere le capacità letterarie adatte. Il report
è molto aiutato dalle foto. Inoltre il genere della letteratura da
viaggio non è semplice da affrontere: si rischia alla fine di cadere
nel solito elenco di problemi meccanici, problemi alle dogane, pagine intere
per descrivere le emozioni suscitate in noi da un monumento o un paesaggio.
Conosco persone che lo hanno fatto: sicuramente non per soldi, ma io facevo
un poco fatica a leggerli. Meglio lasciare a ciascuno il suo mestiere: io
spero sempre di riuscire a fornire informazioni utili
Grazie Maurizio (momi20), posso solo dire che sei stato illuminante!
Ciao Maurizio, a presto e grazie per la tua disponibilità.
Buona strada sempre
^?2:
Qui potete leggere il Report di momi20 sul suo viaggio in Malesia t953258s.html
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Commento di: LvdK il 21-12-2024 22:29
che esperienza Maurizio ! sei l'anima del viaggiatore resa carne. Semplice nelle tue descrizioni eppure particolarmente vivide le sensazioni che trasmetti. Grazie per aver condiviso tutto questo !