Troppo facile definirla così, anche quando l'ingegnere tedesco Gottlieb Daimler nel 1885 inventò questo veicolo a due ruote senza sapere che avrebbe cambiato il modo di spostarsi e di vivere per moltissime persone.
Dopo tanti esperimenti nel 1896 anche l'inglese Holden inventò una bicicletta a motore; ma stavolta il motore non era più a due tempi ma a quattro tempi e con il freno sulla ruota anteriore… fu la prima quattro cilindri nella storia.

Le prime aziende italiane non rimasero ad aspettare… la Gilera e la Guzzi, nei primi anni del ‘900, cominciarono la loro produzione.
Dalla produzione delle prime moto alle gare motociclistiche, il passo è breve… negli anni prima e dopo la Grande Guerra le gare erano per temerari… correvano con sistemi di sicurezza pari ad un triciclo in discesa dal Passo Gavia… da veri pazzi!!!
In Italia nel 1911 nasce l'FMI, la Federazione Motociclistica Italiana che ancora oggi cura il motociclismo sportivo, l'educazione e sicurezza stradale.
Negli anni '20 la motocicletta era divisa da due scuole di pensiero: esaltazione o maledizione.
Esaltazione come simbolo di velocità e di coraggio, e maledizione per un cambiamento repentino della società.
Con gli anni '30 una vera e propria industria motociclistica fa si che questo mezzo sia alla portata di tutti, o quasi.
Ma la guerra incombe e le industrie spostano le loro produzioni verso lo sforzo bellico.
Anche la guerra finisce e i vari motoclubs formatisi all'inizio secolo ebbero un vero e proprio momento d'oro e l'aggregazione tra i suoi componenti diede l'inizio ad un vero e proprio stile di vita.
Negli Stati Uniti, fin dagli anni '40 i primi M.C. erano basati sulla fratellanza e il rispetto tra gli appartenenti al Club, ma un fatto in una piccola cittadina di provincia americana, durante un raduno con vari MotoClubs, fu teatro a scontri che ancora oggi ha diviso i biker in due stili di vita, da una parte le persone che vanno in moto rispettose della legge e una piccolissima parte di persone che vanno in moto per altro… questa piccola percentuale di persone vennero chiamate “Onepercent” ovvero l'1% dei motociclisti.

Nel secondo dopoguerra la moto diventò il mezzo di locomozione di massa, negli anni '60 in concomitanza del boom economico venne abbandonata la bicicletta anche nelle campagne e la motorizzazione divenne l'unico modo economico per spostarsi in libertà.
Alla fine degli anni '50 e inizio degli anni '60, in Inghilterra, una vera rivoluzione culturale causò la rottura degli adolescenti con i genitori dando luogo ad un "Modernism" coniato con l'abbreviazione di "Mod".

I ragazzi curavano all'esasperazione il loro look e prediligevano scooter italiani perché così non si sgualcivano i pantaloni.
Ma in tutti i MotoClubs c'è rivalità e per i Mod i rivali erano i "Rockers", i veri duri della motocicletta che con i loro pantaloni in cuoio e occhiali da aviatore creavano scompiglio tra i bikers.

Alla fine degli anni '70 con la prorompente invasione delle macchine, l'industria motociclistica ebbe un vero crollo e la moto perde il fascino sulle generazioni giovanili.
Sul modello americano, invece, la moto diventa sinonimo di viaggio e vagabondaggio e con la proiezione di alcuni film culto, la moto torna anche in Italia sinonimo di libertà.
L'avvento delle moto giapponesi da una svolta al mercato e la moto diventa un culto per moltissimi giovani dando vita a quella aggregazione che per molti versi è parte integrante di tantissimi MotoClubs.
Con il passare degli anni e con l'evoluzione delle moto i MotoClubs italiani organizzano con continuità momenti di aggregazione e le gite fuori porta diventano all'ordine del giorno.
Ma il passaggio dalla telefonata per mettersi d'accordo a internet è breve… ora tantissimi MotoClubs si sono spostati sul virtuale e organizzare una gita in compagnia o un fine settimana motociclistico è solo questione di pochi click.
In tutti i MotoClubs la cosa fondamentale è l'aggregazione e nell'aggregazione subentra anche la responsabilità verso gli altri, diversa di quando si va in macchina… sapere che il nostro/nostri amici possano trovarsi in difficoltà anche per il motivo più banale, fa si che la responsabilità faccia parte del nostro condividere quelle emozioni che solo in moto si possono provare.
L'aggregazione fa parte di un rituale importantissimo per la crescita di un moto club e per la crescita interiore di ogni biker che si rispetti.